martedì 27 novembre 2012

@GiorgiaMeloni e il falso manifesto tarocco: caccia alle untrici amazzoni...



Si sta scatenando un dubbio esiziale nel Pdl, o in quel che ne rimane.
Una domanda che non ha nulla a che vedere con i destini Patrii e con la legge elettorale, né con la nuova formazione annunciata da Berlusconi.
Sulla rete non si parla d’altro. Blog, tweet, messaggi privati anche di onorevoli deputati del Fli:
“Ma la foto di Giorgia Meloni è vera o è taroccata?”…


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venerdì 23 novembre 2012

Le Cicaline ora stanno sul ilcicalino.net




Care amiche Cicaline, cari amici Cicalini,
ci siamo trasferite sul


seguiteci e...
Diffidate dalle imitazioni



mercoledì 7 novembre 2012

Camera dei Deputati, la fontana Anisetta resta al...verde


Le Cicaline trasmigrano...





Entro breve questo blog non sarà più aggiornato.
Le Cicaline a breve trasmigrano su www.ilcicalino.net
Continuate a seguirci.



Camera dei deputati: buvette in plastica...


Brutto colpo all'indiscussa eleganza della Camera dei Deputati.
A causa di uno sciopero dei dipendenti della Compass Group addetti ai servizi della mensa, del ristorante e del bar interno alla Camera dei Deputati, anche l'aristocratica buvette di Montecitorio subisce l'umiliante conversione alla plastica...
Chi arriva oggi infatti per ristorarsi con un caffè e una brioche, dovrà utilizzare volgarissimi bicchieri e tazzine monouso di materiale non biodegradabile.
Chissà perché non hanno scelto materiale di carta, altrettanto bruttino ma molto meno inquinante.
C'è chi si lamentava della scelta mostrando molta sensibilità alla "dignità delle Istituzioni" e molta poca sensibilità per i diritti dei lavoratori.
Uno 'scandalo'...piccolo di fronte all'ondata crescente di malcostume politico, ma grande considerata l'alta
considerazione che la Camera ha del proprio decoro istituzionale.
Basti considerare che è assolutamente vietato girare in Transatlantico con le bottigliette di acqua in mano o mangiare un tramezzino al di fuori della buvette.
Ma per tornare alla vertenza sindacale che ha determinato lo sciopero, il personale sta protestando contro la decisione della Compass Group di licenziare su scala nazionale 824 lavoratori, 15 dei quali addetti al reparto caffetteria all'interno della Camera.
"A seguito della decisione unilaterale da parte dell'zienda di procedere ai suddetti licenziamenti senza la preventiva contrattazione sindacale prevista dalla legge- recita il  volantino affisso in mensa e consegnato su richiesta- proclamiamo un'azione di sciopero che coprirà la turnazione dell'intera giornata lavorativa, nella speranza di sensibilizzare l'opinine pubblica su questa problematica che potrebbe decidere il destino di 15 famiglie".
Sensibilizzare l'opinione pubblica sulla problematica?
Sembra un comunicato da collettivo anni '70.
L'unica preoccupazione dell'opinione pubblica camerale oggi
è quella di dover digiunare:
niente pasti in mensa, niente pasti al ristorante.
Per una volta funzionari e deputati condividono lo stesso destino: mettersi a dieta, almeno per un giorno.
L'opinione pubblica extra-camerale sarà contenta.



martedì 6 novembre 2012

Contro-cronaca di un funerale, Rauti, l'orazione funebre di Malgieri e l' 'io dissento' di Isabella



All'indomani dei funerali di Pino Rauti, l'ultimo gigante di destra del '900,
i più agitati erano Gennaro Malgieri e Antonio Mazzocchi.
"Quella era la stessa gentaglia che contestava Rauti in vita e che contestava addirittura Almirante" racconta oggi  in Transatlatico Malgieri.

Gennaro ha ricevuto un sacco di complimenti per l'orazione funebre di ieri: "Ma anche un sacco di sms negativi per l'articolo di oggi sul Tempo", confessa.
Un articolo nel quale Gennaro prende le distanze dalle intemperanze in chiesa, difendendo il suo vecchio amico e sodale, Gianfranco, senza tuttavia risparmargli critiche.
Turbato lo era eccome, Gennaro.
E non solo perché aveva davanti a sé il feretro del suo Maestro avvolto nel tricolore con migliaia di ex missini, ex aennini,
ma lo era anche per quell'ondata di odio che è violentemente esplosa nella chiesa all'arrivo dell'ex presidente di An e che ha travolto tutti come una frana di un ghiacciaio dolomitico. 
Un odio che ha gettato tutti dritto dritto in un pozzo nero:
la tragedia della guerra civile italiana.
Una ferita che non si è mai rimarginata perché loro erano i 'proscritti'.
E sarebbero continuati a esserlo anche dopo le vittorie del '94. E lo sono anche oggi, proscritti, e lo saranno sempre fintantoché ci sarà qualcuno, come gli ex di Forza Italia o gli ex democristiani, che  continuano a chiamarli, a definirli, con massimo sprezzo, alternativamente ex fascisti ed ex missini.
Chi conosce Von Salomon,
 conosce la vertigine di quella magnifica, rabbiosa, solitaria, voluttà di appartenenza a una comunità di sconfitti.
Sconfitti sì dalla Storia ma mai piegati negli ideali.
Risuonava la sua voce ancora più roboante del solito nella navata centrale della Chisa di San Marco.
Chiesa cara agli ex della fiamma perché lì viene celebrata la messa in suffragio del Duce, ups, del duce...
e perché proprio lì a 50 metri, Benito incontrava la sua folla adorante dal balcone di Palazzo Venezia.
Sembrava, Gennaro, nel suo eloquio pieno di pathos e di dignità,  il Marc'Antonio di Shakespeare che ricordava Cesare.
Ci mancava solo  "Amici, romani, compatrioti"...stessa sofferenza per il Padre perduto e per il padre tradito dal figlio Bruto; 
stessa lucidità nel narrare le doti, i pregi, la generosità e la lungimiranza di colui che è stato per tante generazioni un "Maestro spirituale".
Ex ventenni ora incanutiti e incravattati, tanti giovani col chiodo, tante donne in religioso silenzio e fazzoletto agli occhi per trattenere le lacrime, commosse dalle parole di Gennaro. Che andava a braccio, da grande retore qual è.
All'inizio, silenzio assoluto, tante persone impettite ad ascoltare la voce di colui che ha guidato per anni il
Secolo d'Italia nella stagione più esaltante delle vittorie di Alleanza nazionale.
Quando la pagina culturale, guidata da Aldo Di Lello, ripercorreva senza mai cadere nel nostalgismo,
il pensiero forte di personaggi che hanno fatto la storia della destra culturale italiana.
Del resto, per quella generazione, il fascismo era 'solo' una fonte sorgiva pronta però a scendere giù per li colli e 'inquinarsi' e contaminarsi con il pensiero politico della modernità.
Una sfida possibile.
Non il Fascismo del Terzo Millennio, ma una destra onesta, sana portatrice degli ideali di Dio, Patria, e Famiglia.
Pensiero pesante, in contrapposizione al post moderno, al pensiero relativo, al precarità e alla transitorietà delle mode politiche dei senza dio, degli apolidi, delle coppie di fatto e delle coppie gay.
S'è perso, poi Gennaro. Perché Rauti non era poi quel gran conservatore, anzi era colui che aveva dato una nuova identità alla destra italiana: terzomondismo, associazionismo, socialità,
comunità, ambientalismo, antipenamortismo, ideatore del Campo Hobbit, e, infine, padre di quel Msi dello sfondamento a sinistra.
Un ossimoro che inquietava la destra conservatrice almirantiana tutta doppiopetto, legalitaria, filoatlantica, e penamortista.
Scenari malgieriani che mal si conciliano
con gli ideali rautiani della rivoluzione permanente, come un  Trotsky di destra.
Infatti, dopo un po', uno starnuto, un colpo di tosse, qualche sventolio di giornale, e l'incanto si spezza.
"Un'orazione funebre non può durare mezz'ora...cazzo Genna'"...
"Ma lui quando attacca...è difficile fermarlo" perso com'è nel continuo 'citazionismo' di autori misconosciuti...Spengler, Nietzsche, Von Salomon, Pino Romualdi, Enzo Erra, 
Junger e il suo 'Trattato del ribelle' bibbia per gli ex giovani del Fronte della Gioventù, e poi Rauti come Gramsci ma declinato in 'nero'...
Mai una volta ha nominato l''innominabile', Benito Mussolini:
quasi un dispetto per quella folla che, evocando storiche figure e odiati figuri, seppelliti nell'ignominia del tradimento, ma ancora vivi nell'immaginario neofascista, aveva dato del 'Badoglio' al presidente della Camera, Gianfranco Fini.
Colpevole di  cosa? 
Di aver tradito Berlusconi? E che era il Duce?
Di aver rinnegato il fascismo?
Di aver affermato che le legge razziali sono state il male assoluto? Quale politico oggi, anche di destra, potrebbe mai affermare il contrario? Lo stesso Storace, che si è autoinnalzato a custode della memoria, si guarda bene dal farlo.
Cede una sola volta alla tradizione, Gennaro quando usa per tre volte la parola 'camerata'.
Poi si ferma. Subito dopo, prende la parola Manfredi, il nipote di Pino,
figlio di Gianni Alemanno e di Isabella Rauti.
E declama una poesia: non una sua poesia, o un componimento di un giovane poeta contemporaneo, ma il simbolo della follia e genialità negletta, misconosciuta, reietta.
Un'altra figura da tragedia greca: legge una poesia di Ezra Pound, tratta dai Canti Pisani, lievemente disturbata nella sua bellezza da quell' accento un po' troppo romanesco.

Conclude Isabella Rauti: lucida, quasi fredda prende la parola e senza nessun timore di apparire puntigliosa o inopportuna, al limite della maleducazione dice:
"Mio padre non era un conservatore, né un reazionario.
Dissento da Gennaro".
Dissentire.
Nel nome della rivoluzione. 
Anche ai funerali degli altri,
gli ex 'proscritti' riescono a sotterrarsi da vivi.