sabato 29 settembre 2012

Monti ecumenico fa gli auguri bipartisan a B&B



Monti vorrebbe un Monti bis.
Per il momento la disponibilità del tecnopremier a guidare un secondo esecutivo d'emergenza non piace alla maggioranza dei partiti che pur lo appoggiano.
Il Pd, in particolare, vorrebbe qualcosa di più,
ovvero il rientro della politica a Palazzo Chigi.
Del resto sono loro che rischiano di logorare la soglia del consenso e perdere in un
momento in cui non si può non vincere.
Al contrario il Cav., tramortito dagli scandali personali e del  Pdl, preferirebbe evitare una diretta candidatura a Palazzo Chigi, in una gara elettorale che vedrebbe il suo partito senza un volto credible, una struttura credibile, un programma credibile.
Oggi poi con la defezione della Prestigiacomo,
si è di fatto aperto il percorso frazionista all'interno di via dell'Umiltà.
Chissà quanti pidiellini sospirano:
"La stronza ci ha battuto sul tempo..."

Nessuno sa in quanti rivoli si perderà questa  creatura politica, che per la verità Berlusconi non ha mai amato quanto Forza Italia.
Quindi, l'unico che potrebbe farcela è proprio lui, il senatore a vita, nonché presidente del Consiglio, Mario Monti.
Che oggi, con una mossa dorotea, ha alzato il telefono per  fare gli auguri al Cavaliere e a Bersani, accomunati dalla stessa data di nascita.
Un fatto che poteva restare personale ma che si arricchisce di una sfumatura politica vista la ufficializzazione a opera dell'ufficio stampa di Palazzo Chigi
Questo il testo:
''Questa mattina il Presidente del
Consiglio Mario Monti ha telefonato al Presidente Silvio
Berlusconi e al Segretario Pierluigi Bersani per formulare (in
due telefonate distinte) gli auguri per i loro compleanni, che
ricorrono entrambi oggi''.
Degna di nota, la parentesi per precisare che gli auguri sono avvenute in due comunicazioni distinte per evitare -chissà- che si potesse pensare a un semi-vertice di maggioranza.
Vista la precisazione (e la precisione del dettaglio),
sarebbe utile capire chi è stato chiamato prima.
Forse Berlusconi per la maggiore età e il ruolo di suo predecessore al governo?
Forse Bersani, viste le diffidenze dimostrate dal segretario del Pd verso 
l'autocandidatura di Monti.
Che oggi ha iniziato la sua campagna di moral suation:
dagli auguri bipartisan a un governo bipartisan...









venerdì 28 settembre 2012

Il Piano Casa della Polverini non piace a Monti ma piaceva tanto al suo gruppo...



Il Governo Monti ha impugnato dinanzi alla Corte Costituzionale il Piano Casa approvato dalla Regione Lazio, guidata all'ormai ex governatrice Polverini.
Un piano sofferto che ha subito più di una osservazione da parte dell'Esecutivo nazionale.
La ragione sta nella violazione di norme statali in materia di tutela del paesaggio e in
materia di governo del territorio.
Una cosetta così, insomma.

Un brutto colpo per i palazzinari di Roma, ma soprattutto per l'Udc, che ha Luciano Ciocchetti come assessore all'Urbanistica.
Come la prenderà, Casini, genero di Caltagirone?...
Come la prenderà il grande vecchio?

Certo, a dare fuoco alle polveri ci penserà il quotidiano storico della Capitale, il Messaggero, latore di 'messaggi' sempre favorevoli e disinteressati sulle politiche urbanistiche, energetiche e ambientali...
Di sicuro, l'asse Polverini-Casini si potrebbe fatalmente
incrinare.
Eppure, su quel piano casa la Polverini aveva incentrato buona parte della sua comunicazione politica con tanto di manifesti, dibattiti, programmi radiofonici sulle emittenti locali per
esaltare le magnifiche sorti e progressive dell'edilizia
familiare.
Vuoi una stanza in più per tuo figlio che si sposa?
Col piano casa lo potrai fare...
Hai bisogno di una stanzetta per il pargolo in arrivo?
Col piano casa lo potrai fare.
Era tanto l'entusiasmo che anche il gruppo regionale che porta il suo nome, 'Lista Poverini',
ha investito ingenti risorse per parlare al popolo di questa
legge rivoluzionaria.
Basta scartabellare sul bilancio del gruppo pubblicato sul sito internet per rendersene conto.
Per promuovere il Piano Casa infatti, nel marzo dello scorso anno, sono stati spesi 2000 euro per un incontro presso l'Hotel  Ripetta,  a maggio altri  2.280 euro per volantini sulla nuova legge, mentre nel luglio dello scorso anno ne sono stati spesi 6000 questa volta  per brochure.
Peccato che hanno pubblicizzato una legge come dire...
illegittima...
Ma c'è di più:
Per l'attività di convegnistica e relative spese soltanto nel 2011 sono stati 'investiti' 110mila euro definite spese generali  per riunioni, convegni, conferenze e incontri, cui si aggiungono
quasi 880mila euro per attività identificate come diffusione delle attività del gruppo attraverso  riunioni, convegni, conferenze, incontri. Sembrano voci uguali...
Ma non lo sono. Le prime sono solo incontri e dibattiti, le seconde sono invece spese di diffusione attività del gruppo, stampa e manifesti. L'attività più corposa ed esosa è quindi quella tipografica. 
Tutte fatturate, ovviamente. Ma dove stanno le fatture? 
Vabbe'...tanto ci pensa lei a fare pulizia.
Ma la fa anche a casa sua?...


giovedì 27 settembre 2012

Pdl: come cani e gatti...dentro e fuori dal Palazzo...




Roma brucia, Nerone suona la lira.
Il Pdl va a fuoco:
 mentre la Polverini toglie le deleghe agli assessori vicini a Tajani e Rampelli per distruggere quel che resta del Popolo della Libertà nel Lazio...
mentre Alemanno non sa più  che 'coniglio' tirare fuori dal cilindro...
mentre Farina, unico reo confesso del Pdl, dichiara in aula di essere lui l'autore che sta mandando in galera Sallusti...

mentre accade tutto ciò, splendida si erige la figura dell'on. Giammanco

che con abnegazione degna di miglior causa, e grande senso delle istituzioni e di opportunità politica, si prodiga per i cani e i gatti non di casa sua, il Pdl, ma dei condomini.
Già.
Impegnatissima per la riforma dei condomini, all'ordine del giorno dell'aula di Montecitorio, rivendica a sé le battaglie animaliste.
E fuori il Pdl si sta sbranando come fiere al
Colosseo...

 "Finalmente - dichiara con tanto di comunicato stampa- nessun regolamento condominiale potra' piu'
vietare di possedere animali da compagnia in casa. Si tratta di
una grande vittoria, mia e del mio partito,

da sempre attento alla tutela degli animali"...
Giuro ha detto proprio così... 
Non soddisfatta prosegue:"La norma che ho proposto, e per cui ho tanto lavorato in questi
mesi, rappresenta sicuramente una nuova conquista di civilta' del
nostro Paese".
"Chi vorra' possedereun cane o un gatto nella propria abitazione sara' libero di farlo- osserva con piglio da giurista-
sempre nel rispetto degli altri, senza preoccuparsi del
regolamento condominiale che, per citare testualmente la nuova
legge, non potra' vietare di possedere o detenere animali
domestici"
Insomma, per il suo 'sminzo'...ingresso libero.





#Sallusti: Renato Farina in Aula, sono io Dreyfus, il resoconto


La seduta, presieduta da Antonio Leone, apre alle ore 9.35. Alle 9.40 l'on. Renato Farina chiede di intervenire. Per una questione di coscienza...E confessa. Sono io Dreyfus.
Il Cicalino batte la notizia in tempo reale, le agenzie arrivano soltanto dopo 30 minuti.
Ritardano anche i siti internet del Corriere della Sera, della Repubblica, del Giornale, del Sole 24 ore e dell'Huffington Post. Questa la cronostoria.
E questo lo stenografico dell'intervento di Farina estratto dal sito della Camera, www.camera.it


RENATO FARINA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Ricordo che, se vi sono altri colleghi che intendono intervenire sull'ordine dei lavori, possono farlo in questo frangente, così si evita la sospensione della seduta, con l'intesa che se, per consentire l'ulteriore decorso del termine di preavviso, dovessi interrompere la seduta, il prosieguo degli interventi sull'ordine dei lavori si svolgerebbe al termine della stessa.
Prego, onorevole Renato Farina.
RENATO FARINA. Signor Presidente, intervengo per un obbligo di coscienza e per ragioni di giustizia.
Ieri il direttore Alessandro Sallusti è stato condannato in via definitiva, senza condizionale, alla pena di quattordici mesi di reclusione per diffamazione aggravata e omesso controllo.
Ebbene, se Sallusti conferma la sua intenzione di rendere esecutiva la sentenza e di non chiedere misure alternative, accadrà un duplice abominio. Il primo è che sarebbe sancito con il carcere un puro incidente senza dolo tipico della professione giornalistica, un delitto d'opinione. Il secondo è che finirebbe in prigione per un errore giudiziario conclamato. Infatti, so bene che non ha scritto lui il testo che gli è stato attribuito, a firma Dreyfus. Quel testo l'ho scritto io e me ne assumo la piena responsabilità morale e giuridica.
Chiedo umilmente scusa alla persona offesa, il magistrato dottor Cocilovo, perché le notizie riferite, su cui si basa quel commento, sono sbagliate. Il dottor Cocilovo non aveva obbligato alcuna ragazza ad abortire - come ha riferito l'articolo di cronaca su cui ho impostato la mia opinione - l'ha autorizzata, fatto che per me resta gravissimo, ma di certo non è la stessa cosa. Chiedo quindi scusa.
Sulla base di questa mia testimonianza, chiedo umilmente per Sallusti la grazia del Capo dello Stato che, in quanto grazia, è come la pioggia che benefica anche chi non lo chiede e, dunque, può bagnare anche la testa caparbia di Sallusti, oppure chiedo si dia spazio alla revisione del processo.
Perché non ho detto nulla prima d'ora? Lascio perdere la difesa dei miei sentimenti intimi, dico solo che ho sempre Pag. 3avuto la «sindrome della ballerina di prima fila», stare sulla ribalta, meglio se da eroe coraggioso, figuriamoci se non avrei amato esibirmi. Dunque, perché non ho detto nulla prima? Ripercorro gli eventi. Prima di dieci giorni fa, prima cioè dell'articolo di Vittorio Feltri sul quotidiano il Giornale che annunciava la valanga incombente, io non sapevo nulla di nulla, ignoravo non solo la condanna, ma anche che quell'articolo fosse stato querelato da qualcuno, tanto meno da un magistrato. Ho domandato, allora, se la mia testimonianza, con cui mi fossi attribuito l'articolo, avrebbe potuto essere utile a qualcuno o a qualcosa. Mi è stato detto di «no»; la Cassazione non valuta il merito, già stabilito, ma la forma, giudica la congruità del diritto.
Per me, però, una questione decisiva è stata piuttosto un'altra. L'ordine dei giornalisti nel gennaio 2006 svolse un'indagine per scoprire chi si celasse dietro la firma Dreyfus. Sospettava fossi io. Se avesse accertato questa identità, mi avrebbe impedito di esprimere la mia opinione e avrebbe sanzionato il direttore che me lo consentiva. Sallusti sostenne che Dreyfus era un nome collettivo, come Elefantino per il quotidiano Il Foglio. Egli fece questo per amore della mia libertà e della mia persona, tutto per consentirmi libertà di opinione, di pensiero e di scrittura in cui vedeva coincidere la mia passione per la vita.
Si espose sempre per questo in tutti questi anni. Così si espose in seguito, dandomi ospitalità su Libero, da lui diretto, stavolta con il mio nome e cognome ed essendo per questo punito dall'ordine dei giornalisti di Milano con due mesi di sospensione.
Con questi precedenti ero certo, smentendo Sallusti, di causargli ulteriori guai presso l'ordine dei giornalisti della Lombardia per le affermazioni fatte nel 2006 da Dreyfus (e ci sono precedenti palesi di questo atteggiamento). Ho così confidato fino all'ultimo nella remissione della querela da parte del magistrato, fino all'ultimo istante. Non è accaduto. Sallusti intende affermare, costi quello che costi, un principio. Ora spero che quanto detto possa contribuire ad impedire un obbrobrio, consentendogli però di affermare questo principio.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Renato Farina.
Pag. 4
RENATO FARINA. Una sentenza emessa in nome del popolo italiano non può basarsi su un falso storico e, quando accade, questa sentenza va corretta. Sallusti non ha scritto quell'articolo. Se qualcuno deve pagare per questo, sono io (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

mercoledì 26 settembre 2012

Rai: al Tg1 marchettone a Montezemolo e Della Valle. Intanto il Cav. prende Freccia Rossa


"I direttori non devono avere pressioni".
Così ha tuonato il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, oggi in commissione di vigilanza Rai.

Chissà se ad Alberto Maccari, direttore del tg1, saranno fischiate le orecchie.
Non che ne subisca, per carità...
Si veda l'ultima intervista rilasciata dal presidente di Ntv, Luca Cordero di Montezemolo.
Un esempio di equilibrio e distacco.
Comodamente seduti sul trenosuperveloce, Italo, di cui - per decenza- appena s'intravede il logo,
il giornasta Dino Sorgonà e Montezemolo
discettano di crescita e concorrenza sfiorando sublimamente e solo subliminalmente scenari politici:
"L'Italia -esordisce Montezemolo- che è piena di eccellenze e di capacità deve togliere un tappo per far esplodere energie che vuol dire soprattutto lavoro per i giovani".
Mah.
"Quale sarà il nuovo modello economico?" chiede Sorgonà, quasi avesse davanti il premio Nobel per l'Economia Stiglitz o il premier Monti.
E lui, l'Italico creatore della concorrenza sui binari, replica con toni da manifesto politico programmatico:
"Le aziende che investono, che innovano, che sanno interpretare questi cambiamenti sono quelle vincenti".
Al 40^ secondo, si arriva finalmente alla questione trasporti con Italo, neppure citato ma ovviamente sottinteso.
Se Berlusconi prometteva un milione di posti di lavoro,
Montezemolo garantisce un milione di passeggeri e l'attivazione 1000 nuovi posti di lavoro a chi?
Ai giovani, ovviamente....
In questo scenario idilliaco, scorre sullo sfondo, neppure tanto velocemente, il paesaggio campestre di un'Italia futura...
Un minuto e 39 secondi di magnifica fattura...giornalistica s'intende.
Il giorno dopo, ieri, sempre il tg1 delle 20, in un servizio di Paola Caccianti dedicato alla settimana della moda di Milano, compare uno similspottone alle Tod's.
Per la Caccianti c'è un attacco concentrico al lusso italiano,  
 "poche le tendenze inverse - spiega- con Ferragamo, Prada e Tod's che continua (usa il singolare e non il plurale, ndc)a esaltare quell'Italian Touch che ha  conquistato il mondo dagli anni '60 in poi e che propone al di là della moda oggetti e valori di tradizione, di solidità e durata per le esigenze di un mercato che chiede sempre meno effimero e sempre più stile".
Urca!
Il Patron di Tod's è Diego Della Valle,
socio di Montezemolo nell'avventura di Ntv.

Una due giorni mediatica davvero esasperante per l'ad di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti.

Ma meno male che Silvio c'è...
Almeno lui, ieri in Freccia Rossa...


martedì 25 settembre 2012

Senato: cocaina dall'Ufficio Postale di Palazzo Madama...



La notizia è sconvolgente:
il direttore dell'ufficio postale presso il Senato della Repubblica,  Ornaldo Ranaldi, è stato arrestato stamattina tra lo sconcerto dei senatori e degli funzionari della Camera Alta.
L'accusa è di spaccio di droga, cocaina per l'esattezza.
Ancora non si capisce se tra i suoi clienti ci fossero i rappresentanti del popolo italiano.
Qualcuno, dietro garanzia dell'anonimato, ha affermato che nel suo 'portafoglio' ci fossero anche senatori:
"Qui, il 10% sniffa" sibila maligno...
Non si direbbe vista l'atomosfera soporifera di Palazzo Madama.
Evidentemente, l'altro 90% fuma erba.



La Polverini, ora che ha tempo, dia una spolverata a Città Nuove, la sua fondazione



Un colpo di reni per rivendicare la sua trasparenza.
Un operato cristallino quello di Renata Polverini che sicuramente ha inagurato un nuovo modo di dare le dimissioni...
Certo, diciamolo, qualche colpo lo incassa anche lei:
è rimasta piuttosto male di come il presidente del gruppo che ha nel simbolo il suo nome, 'Lista Polverini', ha gestito i soldi che dalla giunta arrivavano, stornati dall'Ufficio di Presidenza, ai partiti di via della Pisana.
Lei non se sapeva niente.
Vabbe' può essere.
Ti pare che il governatore della seconda regione più importante d'Italia sappia cosa succede in consiglio regionale, che sta laggiù in posto dimenticato da Dio, e che puzza pure per via della discarica di Malagrotta che sparge i suoi effluvi proprio da lì accanto?
Oltretutto, checché se ne lamenti lei, in consiglio regionale c'è l'autonomia legislativa e statutaria.
Tuttavia, qualcosa di oscuro impera anche sulla sua organizzazione politico-culturale. 
La Fondazione Città Nuove (fondazionecittànuove.it)
è una sua diretta emanazione, la 'macchina' elettorale con la quale si è presentata, con scarsi successi per la verità, nel territorio laziale durante le ultime amministrative.
La trasparenza tanto reclamata dalla Polverini
non c'è neppure lì.

Non c'è lo statuto (almeno on line), cosa che per una fondazione politica è un must,
non c'è la gerenza, il direttore scientifico, il direttore generale, un comitato, non c'è un nome che sia uno.
Insomma, una fondazione fantasma?
Quasi.
Chiamando la sede al telefono,
l'unica voce che risponde è quella di un tecnico- alemeno dice lui- che sta lì pare per caso, anche se conferma che la fondazione fa capo alla Presidente Polverini.
Verrebbe voglia di avvisarlo: "Ma lo sa che si è dimessa?".
Evitiamo di dargli questo brutto colpo.
Continuiamo a navigare cercando elementi di vitalità.
Sul link 'Formazione', sopravvive un invito a
un corso di formazione di otto ore tenutosi a Cisterna di Latina, presso la sala delle Statue sul Bilancio dei Comuni e Patto di Stabilità, caricato nel luglio del 2012.
Sempre sulla home, il rullo un'agenzia di stampa lancia gli aggiornamenti. L'agenzia è Iris press, diretta da Massimiliano Morelli. Lo stesso che dirige VignaClarablog.it, quartiere di fighettini...
Guarda un po'...la gente di Roma Nord...sta proprio dappertutto.
Comunque, questi fantasmi che operosamente e invisibilmente lavorano nella fondazione di Città Nuove hanno 'incartato' la Capitale con manifesti della Polverini:
"Questa gente la mando a casa io. Ora facciamo pulizia".
Giusto. Giustissimo.
Ma...chi li ha fatti questi manifesti?
Chi li ha attaccati?
I 'militanti' di Città Nuove...?
Un service?
Il Pd ha speso 600mila euro in manifesti, questi quanto sono costati ?
E chi li ha pagati?
Lei, la Polverini ha - parola sua- il conto è sempre in rosso...












Pdl: alla ricerca dell'agnello sacrificale...

Nel caos che impazza nel Pdl romano, si sono aperte le consultazioni per i candidati al Comune,  alla Regione e a Palazzo Chigi.
In questa verticosa ricerca di 'agnelli sacrificali' nessuno vuole metterci la faccia. Troppi gli scandali, troppi i veleni, troppe le divisioni. Per questo, in un capanello in Transatlantico,  si sono riuniti in raccolta l'on. Fabio Rampelli, il capo della potentissima cordata dei 'Gabbiani' e la 'sua' gabbianella, Giorgia Meloni, il volto pulito sul quale gli ex di An punterebbero per 'smacchiare' l'onta inferta da Fiorito.    
C'è un terzo incomodo inanimato: un coniglietto arancione che Giorgia tiene fermo in mano, fissandolo con depressa insistenza quasi a dire: "Che fai, ti candidi o no...?".

Regione Lazio: Pd vs Pd

Se il Pdl piange, il Pd non ride.

La faida interna si sta consumando lontano dei media puntati sulle conseguenze che il caso Fiorito ha avuto sulla governatrice del Lazio, la  dimissionaria Polverini.
A rompere il muro del silenzio e dell'imbarazzo  è Michele Cardulli che con una lettera accorata lancia il 'j'accuse' contro Montino&Compagni colpevoli di aver incassato quei soldi, non pochi, ma maledetti e subito trasformati in manifesti. Ha ragione, caspita, eccome se ha ragione.
A scanso di equivoci però, è bene ricordarlo: Michele Cardulli non è un signornessuno.

Cardulli è stato per anni il capo ufficio stampa del Pd in consiglio regionale del Lazio.

Dopo anni di 'gavetta' da precario, entrò alla Pisana (sede del consiglio regionale) con un contratto a tempo indeterminato in virtù di un concorso pubblico piuttosto  controverso. Attualmente lavora presso l'ufficio stampa del Consiglio regionale, notevolmente implementato grazie all'infornata di addetti stampa selezionati con quel concorso bandito ai tempi della Giunta Storace con Presidenza del Consiglio Claudio Fazzone, anche quella piuttosto controversa.Una squadra che si occupa della comunicazione istituzionale del Consiglio cui si aggiunge la pletora di addetti stampa dei gruppi politici.  

Responsabile della sezione Pd di Capannelle, fa parte della segreteria regionale del Pd del Lazio. 

Oggi, Cardulli dismette i panni del dirigente di partito per interpretare la voce dei simpatizzanti democratici.

E si vergogna un po' per l'omertà con la quale il suo partito, il suo gruppo di riferimento non abbia profferito parola contro quel fiume di denaro che arrivava anche al gruppo del Pd in via della Pisana.

All'inizio pensi: "Come dargli torto?".
Poi ti chiedi: "Ma anche tu dove stavi?".
Perché non hai denunciato questo fiume di soldi che arrivava  sul tuo aggiornatissimo blog, www.sostienecardulli.it?
A quei tempi non avevi alcunché  da sostenere?

  

venerdì 21 settembre 2012

Pd, conflitti generazionali, Petruccioli alla Serracchiani: "Ma che dici???"



Le giovani donne non devono passarsela granché bene nel Pd.
Ieri, nottetempo, la (ex) star dell'empireo propagandistico dei democrat, l'europarlamentare Debora Serracchiani- la più votata in Italia alle elezioni del 2009 durante le quali ha superato addirittura Silvio Berlusconi- viene 'brutalmente' strattonata su Twitter dall'anziano Claudio Petruccioli, già parlamentare del Pci e di tutte le sue declinazioni succcessive. 
La 'sciagurata' ieri sul noto social media twitta un pensiero, a dire il vero, piuttosto banale:
"Di fronte all'uso fraudolento dei soldi pubblici, il compito della politica è costruire una cultura della legalità con proposte concrete".
Vabbe', lapalissiana, innocua. 
Forse un po' fumosa.
Ma niente di grave, insomma.
Eppure, subito dopo,
Claudio Petruccioli gli sbrocca con una furia degna da confronto congressuale:
 "Ma che dici???? Ma che significa???? Ma pensi a quelli che leggono, prima di scrivere????Non sono mica idioti".
Era da poco scattata la mezzanotte, un orario che, per tutte le donne un po' Cenerentola- quelle che improvvisamente passano dall'anonimato alla popolarità- 
 è l'ora fatale.
Ma quale sarà la colpa di Debora?
Quella di sostenere Renzi? O la vacuità del suo pensiero?
Forse entrambi.
E dire che Bersani ha appena candidato, in funzione di disturbo,  la consigliera regionale veneta Laura Puppato per indebolire la figura di Renzi.
Chissà che anche lui, Bersani 'il Puparo', in segreto,  non apostrofi così la sua Puppato:
"Ma che dici???? Ma che significa????".
Rigorosamente dopo la mezzanotte.


Ps.: Petruccioli, che ha appena cominciato a seguire le Cicaline, ci svelerà l'arcano della sua 'stizza' verso l'on.Serracchiani?



Toga Party, la talpa di Repubblica sarebbe il figlio di un senatore Pdl



Nel Paese dove ai primi tre posti dei libri piu' letti figurano  le 'Cinquanta sfumature' il toga party di De Romanis desta scalpore e offre materia prima per l'indignazione universale.
Nel Pdl pero' c'e' chi non si capacita di essere finito nel tritacarne per aver partecipato ad un evento privato, pagato sembra con soldi propri di un rampollo della borghesia romana e certo kitsch quanto si vuole ma innocuo e penalmente irrilevante.

E il dito viene puntato contro chi si sarebbe letteralmente 'venduto' a 'Repubblica' le immagini della festa.
Immagini reperibili solo con un codice d'accesso noto agli stessi invitati.
La talpa?
Gira il nome del figlio di un senatore Pdl (ex An).
Che si e' messo a raccontare anche chi c'era e chi non c'era.

Ignote le ragioni remote di tale scelta: magari nell'ascensore della vita (e delle prossime candidature) c'era solo il segnale 'giù' e lui, per dispetto, ha premuto l'alt e pure
l'allarme...

martedì 18 settembre 2012

Secolo d'Italia: Fiorito, De Angelis e quell' 'anche se tutti noi no'...



Marcello De Angelis dirige l'unico quotidiano ufficiale del Pdl: il Secolo d'Italia.
Già gloriosa testata del Movimento Sociale Italiano, poi di Alleanza nazionale,
durante la diaspora tra Berlusconi e Fini, era diventato l'organo del verbo finiano.
Con l'arrivo di Marcello De Angelis, il foglio è tornato a incarnare, almeno ci prova,
i valori della Destra desta, filo berlusconiana sì ma anche memore della propria diversità.
Sicuramente anti governo tecnico il giornale cerca di ammiccare agli ex forzisti che vedono Monti come fumo negli occhi.
La platea dei lettori (potenziali) dunque è ampia: va dai liberali- liberisti, ai sociali filo statalisti, passando per i clerico-destristi, ai comunitaristi.
Insomma, una sintesi tra le tre o 33 destre di prezzoliniana memoria. Talvolta ci riesce, a volte no.
Oggi la 'scelta di campo' però è chiara. 
Marcello parla solo agli ex di An, anzi agli ex missini, anzi agli ex Fronte della Gioventù.
In un bel pezzo, il direttore confessa la autentica e  marziana esterrefazione per le spese pazze e scandalose dell'ex capogruppo (ex aennino) Fiorito.
E lo fa parlando neppure ai tanti che hanno fatto parte del partito di via della Scrofa, ma alla moltitudine di giovani del Fronte della Gioventù che cantavano a squarciagola
"Anche se tutti noi no"
una canzone di un gruppo musicale storico della destra movimentista, 'La Compagnia dell'Anello' (ariecco Tolkien), che inneggiava alle stigmate della diversità della destra giovanile ex rautiana.
Sarà difficile per gente come l'ex ministro Martino capire di cosa stia parlando il direttore,
e non solo per l'età ma anche per la 'visione social-comunitaria' che impera in quel mondo variegato
che oggi, più o meno, porta l'effigie del Partito della Libertà (economica).
La comprensione di quell'editoriale sarà ancora più difficile per i colleghi più giovani, che, seppur dotati di lauree supergriffate, poco capiranno di quello spirito canzoniero.


Ce la vedete Anna Grazia Calabria a indossare questa t-shirt e cantare
"Anche se tutti (sarebbe meglio tutte) noi no"...?


Governo: Agenzia digitale, bando per scegliere il direttore (che è stato già scelto?)...


Come anticipato dal Cicalino, il Ministero per lo Sviluppo Economico ha pubblicato il bando di selezione per il direttore generale dell'Agenzia digitale.
Il bando, consultabile sul sito del Mise, (Leggi),
traccia l'identikit del futuro dg: deve avere una comprovata qualificazione professionale in materia di innovazione tecnologica e capacità di gestire i processi innovativi sia nel settore pubblico che  nel privato, deve essere in grado di diffondere i percorsi di alfabetizzazione informatica degli italiani e tante altre comprovate qualità...
Al direttore spetterà un trattamento economico equivalente a quelli dei direttori dell'agenzia fiscale: uno stipendio col botto...
Chi volesse candidarsi, è gentilmente pregato di farlo inviando il proprio curriculum vitae al seguente indirizzo: 
Pec sta ovviamente per posta elettronica digitale.
Pec-cato che tutto- pare - sia già deciso...
Infatti, come si legge nel bando, nonostante le future, probabili, possibili candidature di comprovata esperienza innovativa (servirebbe uno Steve Jobs tricolore per gestire la rivoluzione digitale italica), l'amministrazione si riserva la facoltà di decidere avvelendosi della famigerata 'discrezionalità.
Aspiranti dg di comprovata esperienza innovativa,
in bocca al lupo...



lunedì 17 settembre 2012

Primarie Roma: dai cigni neri ai gabbiani...Rampelli in pole position come l'antialemanno?


Un altro 'cigno nero' si avvista a Roma.
Se il primo, Alessandro Bianchini,  con la sua 'autocandidatura' spontanea
ha rotto le uova ad Alemanno &Co, 
tanto da essere stata liquidata dal capocorrente, Augello,
come una "provocazione"
(a chi e a cosa non lo abbiamo ancora capito...)
oggi un'altra candidatura si profila sull'orizzonte romano:
quella di
Fabio Rampelli.
La voce, dapprima limitata all'inner circle della stretta militanza, ora sta dilangando sulla rete sconquassando i già delicati equilibri locali.
Rampelli vuole metterci la faccia?
"Sarebbe pure ora", dice qualcuno stanco di vederlo sempre dietro le quinte a lavorare per gli altri. 
"Sarebbe pure giusto- osserva qualcun altro-  visto che è uno dei pochi che a Roma e nel Lazio macina voti e consensi".  
Di sicuro, il suo nome è di quelli che fanno tremare un Pdl  già  trememondo per la questione Fiorito, 'democraticamente' imposto come capogruppo dalla componente alemanniana. 
Un movimento che può avere effetti tellurici a livello nazionale,
dove la ri-candidatura di Berlusconi, soprattutto dopo lo schiaffo di Atreju, ha riacutizzato le frizioni tra ex di An e gli ex di Forza Italia.
Del resto, c'è un destino comune che lega Alemanno e il Cav. nell'immaginario collettivo del Pdl romano:
"Entrambi sono bolliti".
Ma intanto Alemanno tace, nonostante la retorica con la quale ha annunciato la sua partecipazione alle primarie per il 26 gennaio.
Ma se il sindaco di Roma ha negato l'onore delle armi al suo primo inaspettato sfidante, Bianchini, accogliendo l'improvvida candidatura con un 'un sonoro silenzio',  come si comporterà Alemanno davanti alla possibile ufficializzazione della candidatura di Rampelli?
Insomma, se il futuro era fiorito, il presente è magmatico.
Dopo il panino di Milioni e le ostriche 'der batman' d'Anagni, il Pdl romano cerca di riprendere il volo:
dai 'cigni neri', ai 'gabbiani'planando sulle distese
infinite di voti a rischio di libera uscita.

Ps: consigli non richiesti: si evitino i comunicati delle truppe cammellate chiamate a raccolta nel fuoco di fila di agenzie.Si evita di stressare i poveri addetti stampa e di innervosire i capi cronista che devono 'passare' le dichiarazioni fotocopia...

venerdì 14 settembre 2012

Superstipendi P.A.: quel Sole (24 ore) che abbaglia...


Quando dici "l'ha detto il Sole', stai sicuro. 
Il quotidiano di Confindustria è per i giornalisti e gli addetti ai lavori, una specie di 
Vangelo.
Oggi però è Vangelo...apocrifo.
Sul sito on line, in home, un redazionale riprende le dichiarazioni del ministro Patroni Griffi sugli unici superstipendi in deroga ai limiti stabiliti per legge.
Il titolo è corretto: "Sono 18 i manager pubblici con buste paga sopra i 294mila euro. Niente deroghe".
Poi accanto, leggi un titolo in evidenza grassettato in rosso che appare molto, molto gustoso:
"Ma i super stipendi sono molto di più. Leggi l'elenco".
Clicchi e apri subito il Pdf. 
Consulti avidamente indignandoti un po' per quello sfarzo di busta paga.
Poi però ti rendi conto che qualcosa non va.
Che c'entra Massolo, segretario generale del Ministero degli Affari Esteri? Se n'è andato...
Umm.
Ti viene un sospetto.
Continui. 
Corrado Calabrò, Presidente dell'Autorità Garante delle Comunicazioni: 475mila euro.
Ma poi ti sovviene un particolare.
Anche lui non sta più lì, dall'Autorità si è dimesso a maggio scorso.
Poi rileggi bene il testo introduttivo e ti rendi conto che quello che il Sole 24 ore mette in home, accanto alle dichiarazioni di ieri del ministro Patroni Griffi è
un elenco del febbraio scorso.
Ma, ammettiamolo.
E' colpa nostra che nella fretta di leggere non ci siamo resi conto che i due pezzi, pur stando entrambi sulla home,  sono sì datati lo stesso giorno ma si riferiscono a date diverse...
Uno all'attualità di oggi,
l'altro all'attualità dell'oggi di 7 mesi fa...










giovedì 13 settembre 2012

Angelino 'mortificato' da Renzi, anzi dal suo portavoce...che brutta fine!


 
Ma che screanzato, quel Renzi..., si è montato la testa! L'arroganza del sindaco di Firenze arriva al punto di ignorare, anzi di trascurare, le provocazioni del povero Angelino.
Alfano, stizzito dai suadenti inviti agli elettori del Cav. lanciato oggi dal rottamatore, ha detto:
"Renzi? Dice cose talmente simili a quanto diciamo noi del Pdl che se dovesse perdere le primarie ci votera'".
Pensava di fare una battuta simpatica, l'ex ministro ed ex delfino del Cav.
Ma niente. Gli è andata male. Renzi lo ha ignorato, comportandosi da vera 'star' e da politico navigato che ben conosce le regole della comunicazione.
Troppo impegnato a conquistare gli elettori pidiellini per rispondere a un segretario perdente di un partito a picco, ha fatto parlare un quasi 'mister nessuno', Roberto Reggi, il coordinatore per le primarie del Pd:
"Comprendo lo smarrimento di Angelino Alfano - ha ironizzato Reggi- che non e' abituato alle prove di coraggio con i suoi leader, ma Renzi vincera' le primarie e il Pdl perdera' le elezioni''.
Che arroganza.
Che schiaffo.
Che botta, ragazzi!

Renzi spopola su Youtube



Renzi spopola sulla rete.
La sua ultima apparizione a Ballarò è stata vista su Youtube oltre 3000 volte.
Il suo coetaneo, Michel Martone, viceministro del Lavoro, ha raccolto soltanto
poco più di 600 visualizzazioni.
Maroni, segretario della Lega Nord, già ministro dell'Interno, ne ha 'raccattate' soltanto 900, pur avendo quasi 20 anni di visilibilità politica e istituzionale.  
Il 'rottamatore' rompe gli schemi e buca lo schermo: lo dimostrano gli applausi a scena aperta che sono esplosi non appena è comparso in studio, a puntata non ancora iniziata.
Al termine, molti spettatori sono scesi per congratularsi con lui, per fornirgli credenziali, per fargli in bocca al lupo.
L'aria-racconta un frequentatore del salotto di Floris- era diversa dal solito. Era in fibrillazione.
Il personaggio del resto mette paura a tutti i partiti dell'arco costituzionale:
all'apparato del Pd- quello proveniente da Botteghe Oscure- ma mette paura soprattutto al Pdl.
Se Renzi vince le primarie del Pd, e si candida a Palazzo Chigi rischia di vincere.
Se il Pdl insiste per ricandidare Berlusconi, rischia non solo di straperdere ma soprattutto di
contrapporre la figura di un Cavaliere stanco, battuto e frustro a quella del 'rottamatore', giovane, fresco e pieno di idee, attorniato da 40enni agguerritissimi e preparatissimi.
 Berlusconi, con i suoi tristi figuri, ne uscirebbe con le ossa rotte.


Camera dei Deputati: nuova scrivania nella galleria dei Presidenti


L'arredamento e la mobilia a Palazzo Montecitorio sono rigorosamente
controllati, rispondono sempre allo stesso criterio di prestigio ed eleganza.
Scrivanie, lampade, librerie, poltrone, sedie, sono fornite dall'amministrazione stessa che vanta un patrimonio
di mobili d'antiquariato di tutto riguardo.
Raramente si trova un oggetto di design contemporaneo o in stile.
Tutto è autentico, almeno nell'arredo.
Eppure, nella galleria dei Presidenti, proprio in fondo, dalla parte dei servizi ai deputati,
e guarda caso, non lontano dal nuovo ufficio destinato al presunto capo dell''opposizione',
on. Silvio Berlusconi, 
troneggia una nuovissima scrivania dalle dimensioni tutt'altro che risibili e del tutto diversa dallo scrittoio che, invece, sta  sul lato opposto della Galleria, pealtro quello più frequentato.
E' talmente nuova che emana il classico odore di legno appena piallato e trattato.
Lo stile però riprende quello del primo Novecento, il deco, quello tanto caro all'architetto Basile che costruì l'ala di Palazzo verso piazza del Parlamento per allargare gli spazi destinati ai deputati.
La nuova scrivania è talmente alta che hanno dovuto costruire  una pedana per consentire al commesso
di essere all'altezza del compito.
Insomma, veri e propri sottotacchi di 'cavalieresca' memoria.








Camera dei Deputati: urge ripulita...


Montecitorio: ingresso principale.
Il soffitto  rinascimentale a volta ha perso il suo antico splendore.
Macchie di umidità, sparse un po' ovunque,  ne minano la conservazione e l'eleganza.
Urge intervento anche perché sono riprese non solo le attività parlamentari
ma anche la convegnistica che attira personalità di tutto riguardo, a cominciare da Napolitano, ospite frequente,  e gente da tutti gli 
angoli del mondo.
Dopo il crollo del soffitto della prestigiosa Sala della Lupa, quel giorno fortunatamente vuota,
non si sa mai. 
Surplus di lavoro, dunque, per i responsabili dei servizi per i lavori e beni architettonici e dei servizi della sicurezza per i luoghi di lavoro che, affiancati da architetti, sovrintendenti, idraulici e operai della Camera,  dovranno intervenire per scoprire da dove arriva la perdita, rimuovere l'umidità e ripristinare l'intonaco nel rispetto dello stile rinascimentale.
Forse un refresh completo però non sarebbe male,
vista l'aria polverosa che pervade il prestigioso corridoio d'ingresso.
Ma in tempi di tagli generalizzati alla politica e ai suoi palazzi,
meglio l'aria polverosa e gli acari che
... la polvere da sparo.


Piazza del Parlamento: è l'ora dei barboni...



Se a Palazzo Chigi piovono bulloni,
a Piazza del Parlamento arrivano i barboni.




Palazzo Chigi: autunno caldo ma piovono bulloni...


Autunno caldo:
piovono bulloni
su Palazzo Chigi.

Regione Lazio: Franco Fiorito il 'risparmioso', e quel Pd omertoso...



L'ex capogruppo del Pdl in Consiglio Regionale del Lazio, Franco Fiorito, mentre spiegava la manovra finanziaria della Regione Lazio. Era il 21 dicembre del 2011 che abbiamo ritrovato sulla rete
(Clicca per  L'intervista).
Misure ispirate al taglio dei vitalizi, al contenimento delle spese attraverso risparmi di 7 milioni di euro per le attività istituzionali della Pisana, e a criteri di equità. Senza trascurare interventi che facciano da volano all'economia...(la sua?)...
Curiosita: perché l'opposizione, Pd in testa, tace sullo scandalo Fiorito?
Chissà che non sia il caso di verificare l'utilizzo di tutti i  fondi destinati a tutti i  gruppi consiliari...