venerdì 27 novembre 2015

VATILEAKS, QUELLE STRANE SOMIGLIANZE TRA IL CODICE PENALE DEL VATICANO E QUELLO DELL' URSS


esclusiva del Cicalino



Qualche decennio fa “Civiltà Cattolica” pubblicava un articolo intitolato “Unione Sovietica: nuovo tipo di lotta contro la libertà religiosa”. Si notava che “nessuna dittatura s’è mai  sentita abbastanza sicura se non è riuscita a controllare anche i pensieri più reconditi dei propri sudditi. Il codice penale sovietico ha subito una modifica che è molto significativa al riguardo: il 22 settembre dell’anno scorso venne, infatti, approvato un paragrafo all’art.190 di questo codice; la modifica stabilisce che ‘la diffusione sistematica, fatta oralmente, di dicerie conosciute come false e libellistiche nei riguardi della struttura governativa dell’Unione Sovietica, la preparazione e distribuzione di scritti in stampa o in qualsiasi forma che riguardano le stesse dicerie’ è punibile con la reclusione per tre anni o con il lavoro forzato per più di un anno, o con multa superiore a 100 rubli”.




Oggi, due giornalisti italiani, Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi, sono sotto processo in Vaticano con il capo d’accusa di violazione dell’art.116 bis del Codice penale
Introdotto da Papa Francesco, dispone: 
“Chiunque si procura illegittimamente o rivela notizie o documenti di cui è vietata la divulgazione, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni o con la multa da euro mille ad euro cinquemila. Se la condotta ha avuto ad oggetto notizie o documenti concernenti gli interessi fondamentali o i rapporti diplomatici della Santa Sede o dello Stato, si applica la pena della reclusione da quattro a otto anni. Se il fatto di cui al comma precedente è commesso per colpa, si applica la pena della reclusione da sei mesi a due anni”.


L’articolo del Quaderno 2803 della rivista dei gesuiti è del 1967.
La data precisa è il 1° aprile.
Non è mai troppo tardi per ridere.

mercoledì 25 novembre 2015

BRUTTA ARIA OSCURANTISTA A ROMA...TRONCA, IL COMMISSARIO, TRONCA LE AGENZIE DI STAMPA




Ma da uno con un nome così che cosa potevi aspettarti?  
Un tronca-mento...
L’arrivo a Roma  del commissario prefettizio, noto per  il pedissequo e rigoroso rispetto della libertà di stampa e dei giornalisti…, ha già prodotto i risultati (non) sperati. 
Un immediato risparmio sul diritto d’informazione. 
Essì, perché tutto ha un costo reale ma soprattutto simbolico. 
Per cui cosa s’inventa il creativo Tronca? 
Troncare le agenzie di stampa ai gruppi consiliari del Comune di Roma. 
Il  consiglio è sciolto  e  i consiglieri sono  ex.  Quindi che bisogno c’è di tenere collegate le indispensabili ma  costose agenzie? Quindi per Tronca si tagliano. 
Certo, c’è il Giubileo,  che noia! 
c’è l’emergenza terrorismo e  sicurezza…che vuoi che siano…
Ci sono le emergenze quotidiane dei municipi,  a tutt’oggi rimasti in piedi con presidenti e giunta e consigli municipali. 
Insomma, tutte inezie che possono- anzi devono-  essere tranquillamente ignorate dagli ex consiglieri comunali. 
La decisione è arrivata con una lettera direttamente alle agenzie di stampa firmata da una diligente dirigente del Comune di Roma su input del diretto superiore. 
E poi che problema c’è se quei curiosoni degli ex consiglieri comunali vogliono informarsi, comunicare, sindacare.

Troppa democrazia…
E’ tempo di commissari prefettizi. 
È tempo di silenzio. Fateli lavorare…
Ah…Tronca è molto benvenuto, cioè benvoluto in Vaticano. 
Quello Stato che sta processando Nuzzi e Fittipaldi per aver pubblicato i libri del demonio…
Amen. 

venerdì 6 novembre 2015

BALLARO': SONDAGGI SCIENTIFICI PRO-MARCHINI, TESTATE 350 PERSONE SU OLTRE 2MILIONI E 300MILA ELETTORI...


Le Cicaline sono romane. 
E si sa che ai romani tutto puoi fare ma non prenderli per il culo. 
Loro hanno l'esclusività...
Allora ieri sera siamo saltate sul ramo dov'eravamo 'addivanate' vedendo i risultati dei sondaggi diffusi a Ballarò sul gradimento dei romani nei confronti dei possibili candidati. 
Vi deliziamo con il lancio dell' agenzia Omniroma che lo ha riportato: 


COMUNALI,SONDAGGIO EUROMEDIA-BALLARÒ:MARCHINI MIGLIOR SINDACO PER 25,2% ROMANI+
(OMNIROMA) Roma, 05 NOV - Secondo un sondaggio realizzato tra il 2 e il 3 novembre da Euromedia Research, l'istituto diretto da Alessandra Ghisleri, per Ballarò rileva che Alfio Marchini è per il 25,2% dei romani il miglior sindaco per la Capitale, con un tasso di indecisi che si attesta al 31.8%, battendo Giorgia Meloni (23,5%), Raggi (19,1%), Barca (15,0%), Lorenzin (10%) e il sindaco uscente Ignazio Marino (7,2%). Il sondaggio è stato condotto da Euromedia research per Rai-Ballarò presso un campione di 350 persone rappresentativo della popolazione maggiorenne di Roma secondo genere ed età. (...)

Panico...lo abbiamo sentito noi appollaiate sul ramo...
figuriamoci i romani in casa, i candidati sindaci, i loro sostenitori, i partiti, i giornali e le tv! 
Essì perché per quanto possano essere manipolabili le intervistine cazzo, però lo stacco rispetto agli altri, in particolare rispetto alla Meloni, tra le più 'reputate' nella Capitale, non è da poco. 
Poi vai a rileggere con lucidità ed ecco che esce fuori l'inganno. Il primo è che il sondaggio è stato fatto dalla fiduciaria di Berlusconi, la Ghisleri. E già qui..Poi però ti rendi conto che la vera truffa sta nei numeri. In particolare, il 
il numero dei sondaggiati. Che sono stati ben...
350!! Sì, proprio trecentocinquanta! 
La bellezza di 350 interviste su una popolazione elettorale di  2.359.119 persone. 
Una domanda a Giannini, agli autori, ai vertici Rai: 
ma davvero pensate che la gente  a Roma  sia così cojona? 
A rega...dateve 'na regolata. 

Ps: @Roberto Fico, caro presidente della Vigilanza Rai, vogliamo dire qualcosa? 

venerdì 23 ottobre 2015

PER LAURA BOLDRINI IL LIBRO POLITICO ALLA CAMERA? INUTILE...



Per chi,  come le Cicaline,  vive a Palazzo da circa un decennio 
la Giornata del Libro Politico rappresentava un momento  
di sacra riabilitazione della democrazia, 
strappata all'insultificio quotidiano, 
allo squallore del politichese, alla litigiosità contingente. 

L'evento, ideato nel 2008 dall'intellettuale Aldo Di Lello nel primo anno della presidenza Fini, 
aveva il pregio di far uscire il Palazzo dal dibattito quotidiano, e innalzarlo alla sfera delle idee, delle  grandi categorie della politica, dell'editoria, del confronto 
tra pensatori, giornalisti, professori, e politici. 

Una tre giorni nella quale la Camera 
metteva a disposizione dei cittadini le sale più belle, 
quella della Regina per esempio 
dove attraverso un percorso ragionato si potevano consultare, leggere e volendo acquistare, le novità editoriali più interessanti e più insolite. 
L'apertura inaugurale, ovviamente, sempre del 'padrone di casa', il presidente che non poteva far mancare il suo contributo al sostegno del libro politico. 
Con l'arrivo di Laura Boldrini, cominciò a circolare l'ipotesi di un ridimensionamento della manifestazione, molto amata dai visitatori e dai piccoli editori che infatti erano sponsor dell'evento. 
Con la presidenza Boldrini, per un paio di anni 
la Giornata è andata avanti, un po' stancamente. 
Finché quest'anno...
Pregustando  l'emozione di varcare la soglia 
della sala della Regina...
ci siamo ritrovate completamente spaesate. 
Ingresso sbarrato.
Prendiamo il programma e subito constatiamo che 
la Giornata del libro politico è stata praticamente 
ridotta a brandelli: 
si fa in un solo giorno e per di più non tutta alla Camera ma 
presso la libreria Feltrinelli e presso la libreria Arion. 
Non c'è più la possibilità di fare incetta di libri, aiutando soprattutto i piccoli editori che molto più degli altri avevano bisogno di questi momenti di visibilità. 
Nulla. 
Ci siamo affacciate alla Sala Aldo Moro: 
si stava svolgendo la presentazione del libro 
'Sud, vent'anni di solitudine' di Giuseppe Soriero della Donzelli Editore. 
Il pubblico? In perfetta solitudine, quattro coraggiosi in prima fila assistevano al confronto tra Stefano Folli, Gerardo Bianco, Carmen Lasorella e Bruno Tabacci. 
Ovviamente, nessun intervento della presidente della Camera Boldrini, 
né un collegamento tramite web tv. 
Nulla. 
L'unica chicca, il manoscritto del 1968 di Alessandro Manzoni: 
"Dell'unità della dell'lingua e dei suoi mezzi per diffonderla". 
esposto presso il corridoio dei busti.
Che erano tanti. Sicuramente più dei visitatori. 
Anche così muore ogni giorno la democrazia. 

per il programma completo clicca
qui




lunedì 12 ottobre 2015

CAMERA DEI DEPUTATI, OGGI #OPENBARBERIA...A TUTTI, ANCHE AI DIPENDENTI...


       
    
Sull'onda della trasparenza politico-amministrativa inaugurata dalla Presidente Laura Boldrini, un nuovo servizio oggi diventa #open...: la barberia della Camera, luogo mitologico riservato ai soli deputati  e alle sole deputate con ansia della ricrescita..., è finalmente aperto a tutti e a tutte. 
La grande novità, che rivoluzionerà i rapporti tricologici camerali nel rispetto dell'autodichia attribuita all'organo costituzionale..., è giunta con una email a tutti i dipendenti che hanno l'accesso al Transatlantico, altro topos della geo-politica parlamentare. 
Della questione si è occupato il Collegio dei Questori, evidentemente preoccupato dell'immagine unta e bisunta dell'Istituzione, che ha dato l'autorizzazione. 
Sarebbe interessante leggere il resoconto dell'acceso confronto,  che di certo, vista la gravità della decisione,  avrà scompigliato le chiome dei composti Questori, il civico montiano Stefano Dambruoso, il democrat Paolo Fontanelli e il berlusconiano Gregorio Fontana.   
Questo il testo della lettera:
"Facendo  seguito a quanto deliberato dal Collegio dei Questori l'8 ottobre 2015, si comunica che da lunedì 12 ottobre 2015 i soggetti autorizzati all'accesso al Transatlantico in via permanente potranno - nei soli giorni in cui l'Assemblea non tenga seduta con votazioni - usufruire dei servizi erogati dalla barbieria.

            Si fa presente che l'orario di apertura della barbieria è dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20.
           
            I  pagamenti, sulla base delle tariffe vigenti, potranno essere effettuati sia mediante tessera
a scalare sia in contanti. Si ricorda che il servizio è aperto anche all'utenza femminile".

Tra le potenziali clienti muliebri, una domanda impazza: 
"Ma saranno capaci di fare gli chatouches, i ruffle  e i balayage o sono fermi ai colpi di sole con le cuffiette..."

venerdì 10 luglio 2015

ALLA CAMERA TORNA DI MODA IL GODIMENTO (MA SENZA BERLUSCONI...)






Anche alla Boldrini piace godere...
Essendo compagna però qualche senso di colpa 
se lo deve pur far venire. 
Non siamo più ai tempi della Camera di berlusconiana memoria, 
quando scie di testosterone ed estrogeni piroettavano nei corridoi di Montecitorio, 
con picchi di orgasmi muliebri in ogni dove e pacchi virili ben in vista. 
Coppie segrete, coppie clandestine, 
amori trasversali e triangolari su tacco 12 
e in guépière sotto mises sadomaso...
No. Con la fuoriuscita di Berlusconi dalla Camera (e poi anche dal Senato) 
una soporifera asessualità ha lentamente avviluppato gli ambienti una volta ben più vivaci. 
Ah  se i sofà potessero parlare...
Oggi che noia: 
questi 5stellati, così bacchettoni ancorché nel pieno dell'età virile... 
questi sinistrati di Sel che godono più davanti a Tsipras che davanti a un decolté 4^ misura fascia C.
E che dire degli ex democristiani, abbandonati dal vivacissimo Casini, che in fatto di casini...pare ne abbia combinati, previo segno della croce e confessione postuma... 
E che dire dei democrat...quelli poi...poracci, troppo impegnati in seghe  (ma mentali) di partito, avrebbero bisogno che sparisse Renzi per ricominciare a pensare al sesso... 
A  destra poi. Una morta gora. 
Apatia totale. 
Astenia. 
Oggi però, dopo tanta castità, qualcosa si è mosso, anzi smosso. 
 Una iniziativa curiosa, neppure propagandata dall'ufficio stampa di Montecitorio, in assoluta clandestinità mediatica  è stata realizzata 
proprio alla Camera dei deputati. 
In sala Aldo Moro. 
Il che è tutto dire. 
Si tratta della presentazione del libro 'Teresa fra angoscia e godimento'. 
Un titolo promettente...
Chissà che non si tratti della bio hard di qualche olgettina. 


Poi leggi il sottotitolo e l'incipiente libido dei fasti berlusconiani si smonta subito: 
"Psicanalisi di una santa". 
Essì. 
Si parla di Santa Teresa di Avila. 
Presenti, on. Binetti, 
Livia Turco, e  tante, tante sorelle:  suore in abito talare estivo.  
Che, purtroppo, non è quello indossato da 
Nicole Minetti. 
La Camera del coito interruptus...




venerdì 19 giugno 2015

IL DITO MEDIO? IN GRECIA VAROUFAKIS NE USA 5 PER SFANCULARE L'EUROPA




di Andrea Koveos 
@andreakoveos

Prendi questa mano. In Grecia mostrare a una persona le cinque dita aperte è un’offesa pesante. 
Tutto, si sa, è nato nella terra dei filosofi. 
 E quindi anche degli insulti si è fatto una scienza a cui molti barbari hanno attinto, in maniera modesta per altro. Infatti lì dove la maggior parte del mondo si accontenta di indicare timidamente un dito solo (quello medio), gli ellenici ne sfoderano cinque e in alcuni casi perfino  10. 
Con la “Muntza” (così è chiamato il gesto in lingua originale) si getta una maledizione contro la persona cui è rivolta, provandone profondo disgusto. 
In sostanza gli si augura ogni sorta di male. 
Le origini di questa offesa sono incerte; c’è chi sostiene che durante il periodo bizantino fosse un modo per spaventare l’avversario di turno auspicandogli una punizione esemplare, come la galera, che a quell’epoca non doveva essere un albergo a 5 stelle. 
Ora la foto che ritrae Varoufakis mentre mostra la “Muntza” sembra effettivamente involontaria. 
Quello che pensa dell’Europa se lo tiene per sé. 
Certo non sono né complimenti, né salamelecchi. 

giovedì 18 giugno 2015

ALFANO NON COMMISSARIA ROMA PERCHE' PERDEREBBE MARCHINI...




di Cesarino Giulio
Arrestati, indagati, concussi e discussi, il Campidoglio sembra la succursale di un braccio di Regina Coeli, nei dipartimenti comunali girano più Ros che dipendenti e le microspie in via delle Vergini stanno traslocando nella nuova sede di via del Tritone. 
Di fronte alla drammatica escalation di ammanettati che somiglia agli indianini di Agatha Christies – chi sarà il prossimo? - e alla faccia dell’ultima delibera di consiglio sui residui di bilancio passata tra assenteisti e astenuti della maggioranza, c’è comunque chi resiste e non cede. 
Non arretra e non cade. 
‘Barbinomarino’ non ci pensa proprio a lasciare il suo scranno. Magnifica di aver fatto pulizia ma almeno una “decina” di “stelle” tra i suoi figuri più fidati, di cui uno spostato di ruolo prima che arrivasse l’ondata di dicembre, compaiono pesantemente nei verbali al vaglio della magistratura. E’ la 'sindacografia' di un uomo ritrovatosi comandante ma incapace a comandare, a sinistra e a destro conosciuto come il marziano e al popolo di Roma come il sindaco più pazzo del mondo.  
Incline al viaggio – passa più tempo in America che in Campidoglio – si dimentica della meta, pedonalizza a buffo, si vanta di scegliere manager attraverso curricula e riesce a nominare persone indagate  o senza requisiti. 
Sega lo stipendio a 24mila dipendenti e decide che i romani che vorranno prendere il caffè con la cremetta all’Estauchio dovranno pagare il pedaggio. 
Accerchiato e congelato, rimane in piedi mentre la Capitale sprofonda. 
Ieri cabinato con tanto di regia per la gestione della città e oggi commissariato sul Giubileo è fin dal suo insediamento una linea telefonica morta con modalità ricevente. 
Rutelli, Veltroni e Alemanno si sarebbero dimessi da un pezzo ma lui no, non ha gerarchie a cui rispondere o vassallaggi da difendere, è un uomo di apparato ma non di budello e quello che accade nel ventre dei circoli piddini e nelle lotte fratricide tra correnti sinistrorse, le stesse che oggi sono state spezzate e spazzate via dall’inchiesta Mafia Capitale, 'je rimbarza'. 
Ora, in un Comune dove gli unici rimasti a piede libero sono Giulio Cesare nell’Aula Senatoria e Marc’Aurelio in piazza del Campidoglio, Marino non ha molte chance. 
Fatto salvo che l’Amministrazione comunale molto difficilmente sarà sciolta per infiltrazioni mafiose, e non tanto perché non ci sono gli estremi ma soprattutto perché tale decisione implicherebbe la non ricandidabilità per 5 anni di tutti gli eletti di tutti gli schieramenti politici – decreto legislativo 18 agosto 2000, art 143 (modificato dalla legge 94 del 2009). 
Ed attualmente fra quegli eletti risulta anche il potenziale candidato su cui Fi, Ncd e rimasugli vari puntano a mettere cappello e su cui il grande retroscenista di lotta e di governo da ex Pdl si sta giocando l’ultima goccia di credibilità su Roma. 
Ritrovarsi quindi fuorigioco il coniglio dal cilindro sarebbe un bel problema non solo per quel pezzo di centrodestra in cerca di leader ma anche per la grande economia romana oggi alla canna del gas. Pertanto, la lepre deve correre.  
Il Cara di Mineo è una bomba ad orologeria che se esplode davvero lascerebbe morti e feriti, far dimettere quindi Marino farebbe da apripista alle elezioni del 2016 sul nazionale, una scadenza per Renzi quasi irrinunciabile visti i pessimi risultati delle regionali. Ma fin qui, tutto sommato, siamo ancora nell’alveo delle ipotesi da exit strategy, mentre una strada concreta percorribile che porta dritta dritta alle dimissioni dell''imbullonato' è sicuramente la sfiducia da parte della maggioranza. 
In Campidoglio tira brutta aria, gira voce di una una terza ondata e in tanti, da tempo, sobillano che stavolta riguarderebbe il vicesindaco. A quel punto per i consiglieri Sel e per più di qualcuno del Pd si concretizzerebbe un’occasione ghiotta per mandare a casa Marino, sfiduciandolo, e rimanere così intonsi e pronti per un altro giro.

martedì 16 giugno 2015

MIGRANTI, FERROVIE DELLO STATO S'ACCOLLA IL 'TRENO' DELLA SOLIDARIETA'





Ci sembra di ricordare che le Ferrovie dello Stato 
si occupino  di treni. 
Certo, potrebbe farlo molto meglio. Ma il suo, diciamo così…’core business’ è quello:  trasportare  decine di migliaia di persone ogni giorno in giro per l’Italia e per l’Europa. A volte capita che i treni siano in ritardo, che le vetture siano vecchie, talvolta sporche. Ma insomma,  il suo lavoro è quello. E allora non si capisce perché, nella totale e colpevole assenza delle istituzioni,  da oltre una settimana le Ferrovie dello Stato stiano gestendo la fase acuta dell’emergenza, dando  assistenza ai migranti che vivono, mangiano e pernottano nelle sue stazioni. Mentre il Governo  volta lo sguardo dall’altra parte, Fs assume  assume il  ruolo di dispensatore umanitario di assistenza, logicistica, e vettovagliamento, igiene personale e igienizzazione dei luoghi. Attenzione: non vorremmo ora scatenare l’impietosa rabbia dei pendolari, sempre incazzati per la qualità dei loro viaggi ma ci piacerebbe invece  far scattare un moto quanto meno di stupore  e, volendo -perché no - anche di umana partecipazione a questa gara di solidarietà che l'azienda sta mettendo in campo rispondendo a quello che nei Paesi anglosassoni si chiama CSR, l'acronimo che sta per Corporate Social Responsability. 
Traduzione per i nostri governanti non anglofoni e ignari delle tendenze sociali mondiali: Csr significa responsabilità sociale d'impresa. 



A Roma, Fs ha messo  a disposizione il piazzale antistante per tutte le pietose esigenze del caso. A Firenze la stessa cosa. A Milano ha fatto anche di più: già da novembre, si apprende, aveva inviato al sindaco Pisapia l’offerta in comodato d’uso di locali presso la stazione Centrale da destinare proprio all’emergenza umanitaria. Da novembre, sì, avete capito bene, ben sette mesi fa. Dalla giunta, ci riferiscono fonti del Comune, nessuna risposta. Ma proprio  niente.  Sì perché l’emergenza migrazioni ovviamente non era previdibile né prevista…Ma chissà perché Fs invece, come una Cassandra, l’aveva preventivata e prevenuta.  Il sindaco Pisapia, eletto nelle file di quel partito che fa dell’umanitarismo e dell’internazionalismo apolide e nomade il suo cavallo di battaglia (o forse di Troia), ha chiarito: “Più di così Milano non può fare. Basta profughi”. In effetti basta. Tanto se ne occupa Fs…E se ne occupa anche la Croce Rossa. Avete capito bene, la Croce Rossa quell’istituzione benemerita che Renzi  sta chiudendo d'imperio sordo a qualsiasi appello. E il governo che fa? Nonostante la  mobilitazione umanitaria di Ferrovie, l'esecutivo Renzi non ha neppure pensato di convocare un tavolo di lavoro, una task force, un incontro, un appuntamento telefonico con i vertici dell’azienda. Né il ministro dell’Interno Alfano, né quello del Welfare Poletti, né il ministro dei Trasporti Delrio, né il ministro Padoan, né il ministro della Salute.  Hanno perso tutti il treno. Vanno in auto blu. 




mercoledì 22 aprile 2015

MARINO SEMPLICEMENTE IGNORA CHE...

"Appena mi sono insediato il Colosseo era nero fumo, era la più grande e anche la più antica rotonda spartitraffico del nostro pianeta. Abbiamo chiuso il traffico privato attorno al Colosseo, pedonalizzato aree storiche come piazza di Spagna e via del Babuino. Insomma, tra le automobili e monumenti simbolo dell'umanità noi abbiamo scelto la storia". E' quanto ha dichiarato il sindaco di Roma Ignazio Marino qualche giorno fa. 
Qualcuno tra i suoi superconsulenti lo avvisi: la più grande rotonda mondiale è quella all'Arco di Trionfo a Parigi, che funziona benissimo.
Piazza di Spagna non l'ha pedonalizzata lui e comunque è sempre aperta alle auto blu e agli ambulanti abusivi.
Via del Babuino è esattamente come prima, le auto ci passano, solo che hanno allargato i marciapiedi.
Infine, è appena il caso di ricordare, che la ztl del centro storico la inventarono gli antichi romani, che non facevano passare i carri, non certo la sinistra..

MIGRANTI: NELLE MANI DI UNO CON QUESTA FACCIA QUI





Renzi oggi in Parlamento, e venerdì scorso in conferenza stampa congiunta con Obama per rispondere a domande (si fa per dire, ovviamente) anche sul problema degli sbarchi in Italia. 
Sulla più grande tragedia del Mediterraneo e continuiamo ad ascoltare le sue dichiarazioni e a leggere le sue parole riportate dalle agenzie di stampa. 
Ebbene, a parte le critiche rivolte a chi legittimamente pretende una risposta del Governo sulla materia, tanto per finirla di contare i morti giorno dopo giorno, ancora non abbiamo capito quali interventi abbia in mente il nostro premier per risolvere la questione.Col vuoto delle parole è il numero uno, questo sì. Ma, nel concreto, a parte rimandare le critiche al mittente e a prendere l’Europa come capro espiatorio, come se esistesse un’Europa (al netto della burocrazia finanziaria), il nostro presidente del Consiglio cosa intende fare – ora e subito – per mettere un freno alle tragedie umane?  Nessuno lo sa.
Il problema è che non lo sa soprattutto lui.

venerdì 17 aprile 2015

IL SENSO DI PADOAN PER IL MARKETING

 


In America c’è un detto per capire e descrivere una persona: comprereste un’auto usata da quel tizio?
Bene, questo sistema pratico e semplice è stato sicuramente applicato al nostro ministro Padoan.
L’uomo, proprietario di una faccia sulla quale appare disegnato l’arrivo, e il relativo terrore, di un disastro imminente, è volato a New York propagandando l’Italia come il Paese delle opportunità.

Proprio così, mica è uno scherzo. Basti leggere gli articoli dei lapdog dell’informazione.

Spleen a parte (stiamo usando un eufemismo, ovviamente), è chiaro che il senso di Padoan per il marketing è uguale o inferiore a zero. Qualcuno dovrebbe infatti avvertirlo che lo Stato di New York, dove la capitale è Albany, ma la città più rappresentativa è ovviamente la Grande Mela, ha stabilito l’eliminazione di ogni forma di tassazione per le imprese, locali ed estere, che investiranno entro i suoi confini nei prossimi dieci anni.
Capito che roba?
Fisco zero per dieci anni.
E non parliamo del Botswana, ma di New York.

E tu, Padoan, con quella faccia, che fai?
Vai proprio a New York a proporre come Paese delle opportunità una nazione, la nostra, dove il livello impositivo supera il 50% e dove non c’è un ritorno in servizi, ma in crolli?

Cioè, tu paghi le tasse dissanguandoti, e il Governo ti ripaga mettendo a rischio la tua vita e
quella dei tuoi figli che vanno a scuola.
Poi, sempre il Governo, manda il responsabile dell’Economia e delle Finanze a far divertire gli americani con discorsetti deliranti.   

Ecco, mettiamo Padoan a fare il ministro e a lanciarsi in azione di marketing territoriale, vedi come usciremo dalla crisi.

Poveri noi.

giovedì 16 aprile 2015

AUMMA AUMMA, RENZI FINANZIA L'ANTIBANCA MONDIALE CON I SOLDI NOSTRI




Il ministero delle Finanze cinese ha comunicato l'elenco dei Paesi accettati come soci fondatori dell'Asian infrastructure investment bank (Aiib), la gigantesca banca per lo sviluppo creata in contrapposizione alla Banca mondiale, al Fondo monetario internazionale e all’Asian Development Bank (istituita da Usa e Giappone).
 
Gli stati ammessi sono 57. Fra questi, assieme a Russia, India, Pakistan, Iran, Emirati Arabi Uniti, c'è anche l'Italia. E pure Inghilterra, Francia e Germania. La notizia è di quelle deflagranti. Lo capirebbe addirittura un nostro parlamentare peone. 

Eppure da Renzi nemmeno un tweet. E nulla dal ministero dell'Economia e delle Finanze. Non conosciamo neppure i costi dell'operazione. Silenzio assoluto dai lapdog dei grandi canali di informazione. Chissà perché.

mercoledì 18 marzo 2015

SCINTILLE (E NON SOLO) TRA DI PIETRO E SILVANA MURA

 
 
Tutti gli amori finiscono...figuriamoci gli amori politici.
Ed è quello che e' accaduto tra Antonio Di Pietro e Silvana Mura.
Un idillio il loro nato e rafforzato nell'Italia dei Valori,
di cui lei, la bella Silvana era tesoriera.
Nella scorsa legislatura, chi non ricorda i suoi begli occhioni blu adoranti verso il grande capo che con voce trinutonante e prossemica ducesca inquisiva, accusava Berlusconi esordendo sempre e comunque con il refrain: "Signor presidente del consiglio che non c'e'"- ora peraltro adottato con la stessa insistenza dal capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta nei confronti di Renzi, che alla Camera e' piu' assenteista di Berlusconi.
Ogni volta che l'ex magistrato dispiegava in aula le sue arti oratorie, condite dal tipico linguaggio da gentiluomo di campagna...lei era lì sempre al suo fianco sorridente e ammiccante, in estasi mistica...
Certo e' difficile oggi mantere la stessa estasi
per un capo ormai diventato a tempo pieno coltivatore diretto alle prese con il trattore e l'aratro...
La politica, si sa crea dipendenza, e chi è entrato alla Camera (dei deputati...) molto difficilmente riesce superare lo status di trombato o trombata e non sentire malinconia per un ruolo che ora non c'e' piu'.
Per rivendire i vecchi fasti e pasti..., Silvana ha trovato un nuova entrance-strategy
e una nuova infatuazione sempre politica.
Ieri era Di Pietro, oggi è Corrado Passera.
Nei giorni scorsi, Silvana  si e' armata di forza e coraggio
e  ha comunicato a Tonino il suo addio.
Sembra la reazione non sia stata tanto tranquilla.
Qualcuno ha sentito volare parole (e non solo quelle) piuttosto grosse.
Strilli, urla, oggetti che saettavano nell'ufficio nel classico del ruvido molisano.
Ma questa volta Di Pietro pare abbia un po' esagerato.
Mura e' uscita con un nasino piuttosto ammaccato, tanto che il suo fiuto politico potrebbe essere compromesso per sempre.

mercoledì 4 febbraio 2015

QUIRINALE, PIANO PIANO...E INOSSERVATO L'ARCHISTAR SENATORE A VITA DISERTA LE VOTAZIONI







L'archistar Renzo Piano, senatore a vita nominato dall'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 30 agosto 2013, non ha partecipato a 3 delle 4 votazioni 
per l'elezione del nuovo Capo dello Stato. 
Ha presenziato soltanto alla prima seduta, ma durante le successive era in missione istituzionale. Formalmente assente giustificato. 
Come lui, Carlo Rubbia, l'altro senatore a vita designato da Napolitano sempre nell'agosto 2013. 
Il fisico, premio Nobel nel 1984, ha mostrato però maggiore senso delle istituzioni perché si è assentato 'solo' alla seconda e alla terza votazione, anche lui per 'missione istituzionale'. 
Certo, per entrambi quale missione è più istituzionale che non l'elezione del Capo dello Stato? 
Ma così è stato, sia l'archistar sia il fisico 
avevano altro da fare. 
Possiamo immaginare quale siano stati gli impegni improrogabili dell'archistar, sempre in giro per il mondo a vigilare sui suoi cantieri dalle parcelle ultramilionarie. 
Mentre il fisico, sempre con gli occhi a scrutare la galassia, sarà sicuramente stato impegnato in una missione su Marte... 


Del resto, nel bailamme delle votazioni e con l'atmosfera surriscaldata da tiri mancini, franchi tiratori, transfughi e naufraghi, rotture di patti, minacce e sbracamenti, la notizia è passata inosservata. 
Gli occhi dei media erano tutti puntati sulle mosse del trio Renzi-Alfano-Berlusconi. 
Ma spulciando sul resoconto delle sedute, visibile su www.parlamento.it ( linka qui )è possibile verificare le votazioni a cui l'archistar e il fisico hanno preso parte. 
Si saranno chiesti: "Mi si nota di più se vado o se non vado?".
In realtà nessuno se n'è accorto. Ma essendo senatori a vita nominati secondo l'articolo 59  della Costituzione "per meriti che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario"  avrebbero dovuto essere presenti, almeno per rispetto a colui che li aveva designati e che ha tanto lavorato per la felice conclusione dell'elezione di Mattarella. 

Del resto, stare alla Camera per neppure intascare il gettone di presenza, insomma...
Noooo, non è da professionisti del loro calibro.
 




venerdì 23 gennaio 2015

PANICO NEI WC DI MONTECITORIO, LA CARTA IGIENICA NON S'ACCHIAPPA...

Le sale wc della Camera dei deputati sono ormai un campo di battaglia.
Carta igienica ovunque, brandelli nel bagno degli uomini, frammenti in quelli delle donne.
Il motivo? 
Non pensiamo sia legato alla disperazione dei deputati frondisti del Pd e di Forza Italia,   che per asciugarsi le lacrime o sturarsi il naso, utilizzano la soffice carta igienica, quanto piuttosto a un cambio di appalto deciso dalla segreteria generale della Camera.
Il nuovo carico di toilette paper, quello che per intendersi non viene usato per asciugarsi le mani ma per detergere là dove...non batte il sole, è assolutamente di scarsa qualità.
La carta, infatti, è talmente sottile che s'attacca al rotolone e si fa fatica a tirarla fuori. 
Il risultato?
Prima di poter staccare il foglio di carta velina dalla 'madre' si deve necessariamente far rotolare il cilindro, e anche quando si riesce ad afferrare un lembo di carta, 
ecco che si sfilaccia in mille pezzi con il rischio di perdere l'equilibrio, di spostare il baricentro dal wc con pericolosi lasciti fisiologici sul pavimento. 
Non è una bella cosa...
Eppure, accade anche questo...
Non a caso, le signore addette alla
pulizia hanno appoggiato un rotolo in bella vista su uno scaffale senza inserirlo nel distributore.
Tutto per evitare ai deputati il rischio di darla vinta a 
Rino Formica:
"La politica è sangue e merda".

CAMERA DEI DEPUTATI COME IL TEATRO DELL'ASSURDO

 
 
 
Questo, rassegnamoci, è un Parlamento Costituente.
Come quello dei nostri Padri che,  quasi 70 anni fa con un'apposita Assemblea suddivisa in commissioni e sotto commissioni della durata di oltre due anni (1946-1948), scrissero una Carta durata bene o male fino a oggi.

Ma chi sono i neo-padri di oggi che apporranno (o non apporranno) le loro firme o che partecipano alla stesura della  madre-matrigna di tutte le leggi d'Italia?
 
Con un icastico esempio oratorio di questi giorni, ecco chi sono...
 
Stefano Allasia: Signor Presidente, indubbiamente sul processo verbale, mi scuso direttamente con lei come Presidenza perché ieri mi ha interrotto violentemente su un argomento con il quale stavo entrando nel merito dell'emendamento stesso.
Ma la mia richiesta sul processo verbale è la seguente: essendo stato io richiamato ieri più di sette volte dai diversi Presidenti di turno, avrei intenzione di capacitarmi delle motivazioni.
Infatti, in momenti storici diversi, in aula sono stato espulso per molto meno.
E, soprattutto, mi interrogo sulla successiva situazione che è avvenuta con la Presidente Boldrini in cui chiedeva di prendere Caon: io l'ho tenuto tutta la notte con me e l'ho riportato in aula ma adesso cosa ne faccio?
Perciò sarebbe da valutare in ufficio di presidenza questa situazione un po' anomala.
(Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie)


venerdì 16 gennaio 2015

CHE PALLE! ALEMANNO CI RIPROVA...DESTRISOCIALI AL CINEMA ADRIANO


 
 
di Er Malanno
 
E insomma, qui pare proprio che ci voglia un nuovo inizio
(anzi, #UnNuovoInizio, che fa più mitomodernista).
“Riaggregare la Destra [maiuscolo, e pure con la Mascella volitiva]
in una nuova Alleanza bla bla bla”, scrive in bianco su rosso, e in nero su bianco in omaggio alla Tradizione (maiuscola pure quella).
L’ora delle grandi decisioni è segnata in calendario:
le 10.30, di un 8 febbraio qualunque.
Poi magari un po’ si vergogna, e allora il gran capo Gianni, già Lupomanno,
ora semplicemente Aledanno,
manda avanti la moglie Isabella a moderarla,
questa fantasmagorica Assemblea aperta.
Ma comunque, un nuovo inizio è proprio quello che ci vuole:
Destrosociali di tutto il mondo, unitevi!
Per fare cosa?
Cheppalle, sempre a rompere su questi dettagli!
Quel che conta è la Comunità,
l’Unità dell’area,
l’Idea:
che diamine!
E uno legge, rilegge, pensa e ripensa…
Fino a quando, mio Dio?
Certo, giannialemannescamente parlando, è sempre ora di un nuovo inizio.
 Sempre un turbinio di idee,
trionfo delle volontà,
cuori oltre le siepi:
avanti, avanti!
Perché c’è l’Ideale,
i Grandi Valori,
la Tradizione,
la Patria.
Tutta roba di maiuscola importanza, da difendere sempre.
Trapassato sui Colli fatali, dai saluti romani sulle scalinate in Campidoglio al mesto tramonto di un fallimento annunciato (senza bisogno di scomodare la storiaccia di Mafia Capitale, in cui l’Alemanno si è trovano invischiato forse suo malgrado),
il Destro-sociale si agita, si muove, organizza assemblee aperte quando meno te l’aspetti (che poi uno si preoccupa della ressa, degli spintoni per entrare, delle milizie comunitariste desiderose di dire, di ascoltare, di sognare ancora),
cerca di capire come fare, sempre fedele all’imperativo di una vita:
prima si costruisce una grande corrente,
poi si cerca pure di capire in quale partito ficcarcela dentro.
E si lascia andare ai vecchi difetti,
pronto ad incitare folle striminzite
ma sempre cazzute,
a vergare ennesimi documenti programmatici che un tempo fingevano di leggere
ma oggi neppure quello.
E a lisciare il pelo a qualche gruppo di pressione, meglio se castale,
anzi:
Corporativo
(maiuscolo, che fa bene al cuore nel richiamo mistico ai Bei Tempi quando c’era Lui).
Era salito al Campidoglio in un tripudio di taxisti.
Entrerà al Cinema Adriano (sede dell’Assemblea aperta) dopo aver difeso l’indifendibile Capodanno a spasso dei vigili romani.
Un nuovo inizio è alle porte!
Chiudetele...
 
(certo, che delusione l'anglicismo 'Save the date'... ndc- Nota delle Cicaline) 
 
 
leggi La chiamata alle armi (l'articolessa di Ale)