martedì 30 ottobre 2012

Monti al Wef, tutti austeri con donne su tacco 15

Magnifico esemplare di 'gambe wef' ottimamente 'scarpate' con tacco 15...
Se l'Italia corre su queste gambe...


Sì i destini del mondo, sì la reputazione internazionale dell'Italia.
Ma vuoi mettere il magnamagna?
Il mega forum organizzato dal World Economic Forum a Villa Madama per
il  Presidente del Consiglio Monti con i 'chiodi' dell'economia e della finanza italiana, anticipato dalle  Cicaline una settimana fa (Leggi),
è finito attorno a belle tavole imbandite.
Tavoli per due, il cosiddetto 'Table for two' ispirato al mangiare sano, con piatti preparati dalla chef del ristorante della Trussardi, che era tra gli invitati al club superesclusivo: una colazione di lavoro rigorosamente offerta da lei, senza tema di incorrere in imbarazzanti conflitti d'intresse.
Un menù territoriale, con involtini di melanzane, pasta al salmone e torta rustica di carciofi e spinaci.
Centrotrenta persone a gustare le leccornie enogastronomiche italiane parlando di competetività dei
"‎​Paesi europei che va armonizzata", bla bla,
"l'economia rilanciata", ecc, ecc,
"la immagine del sistema Italia recuperata", sì sì,
gnamme gnamme.
​Tutti business attire ...
inclusa la Todini...
Passaporti e nominativi controllati a tutti,  anche agli onorevoli, che zitti zitti ingrossavano la fila
per una melanzana e un carciofio.
Per questo bastava andare in giro a Campo de' Fiori.
Sai quanti ne beccavano...


Agenzia digitale: il Governo Monti punta su Ragosa



Agenzia digitale:
pronti!Partenza...
Blackout!
Il Consiglio dei Ministri di oggi nominerà- forse- Agostino Ragosa primo direttore generale della neonata
Agenzia Digitale Italiana.
Un nome, una garanzia che tanto piace... ai monopolisti di Stato.
Ragosa, 62 anni, ingegnere laureatosi al Politecnico di Napoli,
una vita spesa nell'Information Technology, ha sbaragliato i circa 200 curricula arrivati per l'ambita posizione.
(A proposito, in nome della trasparenza, non sarebbe possibile dare una sbirciatina a questi cv?) 
Ricco di un'esperienza professionale di indiscussa capacità, Agostino ha seguito passo passo i processi innovativi
delle Tlc italiane.
Prima a Telecom Italia, poi a Telespazio, Telesoft, e Atesia, ha ricoperto il ruolo di direttore operativo in Italcable prima di approdare alle Poste Italiane.
Una storia di tutto rispetto, con qualche ombra.
La sua possibile nomina infatti getta in allarme
le aziende private competitors di quelle pubbliche.
Il suo- dicono i ben informati- è un profilo da monopolista che non garantisce terzietà rispetto al libero mercato.
C'è poi un aspetto puramente tecnologico.
Ragosa non ha realizzato alcunché di innovativo.
Non è un manager 2.0,  perché- si osserva- i processi di informatizzazione tecnologica delle Poste sono stati di fatto appaltati all'Ibm, ad Hp e a Telecom.
Una triangolazione che lo scorso anno assurse ai disonori delle cronache per il collasso informatico degli sportelli per il pagamento delle pensioni e dei conti correnti di cittadini e imprese con tanto di denunce da parte delle associazioni dei consumatori.
 Un disservizio durato circa una settimana che gettò nel panico le Poste e gli utenti tanto da essere oggetto di tre interrogazioni (Pd, Udc e Lega Nord).
Per l'introduzione di quel nuovo sistema informatico, Poste Italiane ha speso, o meglio 'investito', circa 210milioni di euro per il rinnovo della dotazione hardware presso gli uffici postali, e 204 milioni di euro per lo sviluppo di software
sia all’interno del Gruppo a supporto della piattaforma infrastrutturale IT, sia dalla Capogruppo per attività del bancoposta come si legge sulla relazione finanziaria annuale del 2011. 
Ragosa è stato tra i principali promotori di questa 'infrastrutturazione tecnologica'.
E quindi tra i principali responsabili del 'baco' postale
che 'appanicò' 14 mila uffici disseminati in Italia.
Oggi,  il suo nome, quello di Agostino Ragosa è in pole
position per la rivoluzione 2.0 della pubblica amministrazione italiana e per lo sviluppo delle nostre start up
made in Italy.

Come diceva un altro Agostino, Sant'Agostino:
"Sbagliare è umano. Perseverare è diabolico".


 

giovedì 25 ottobre 2012

Monti al WEF: Poteri forti per risollevare quelli deboli

  

 
Una carrellata di poteri forti a porte chiuse...
Il 30 ottobre a Villa Madama, sotto l'egida del ministero degli Affari Esteri, e lo sguardo attento del tecnopremier Monti,
 la creme de la creme della politica italiana s'incontrerà con i vertici del mondo, Word Economic Forum e i vertici del mondo incontreranno i vertici dell'economia italiana.
Basta dare un'occhiata agli ospiti per capire che si tratta di roba seria.
Se fossero tutti generali, si potrebbe gridare al golpe.
Invece, questi gentlemen il 30 ottobre si vedranno 'solo' per risollevare le sorti internazionali dell'Italia.
Un summit nel quale sfileranno i pezzi forti del governo tecnico: oltre al presidente del Consiglio, ci saranno i ministri Grilli, Passera, Moavero, Terzi di Sant'Agata come padrone di casa, il vertici della Banca d'Italia, con Ignazio Visco, il Presidente della Cassa depositi e prestiti, Franco Bassanini,il vicepresidente della Morgan Stanley International, Domenico Siniscalco, Jacopo Morelli presidente di Confindustria Giovani, l'ad di Rcs Pietro Scott Jovane, imprenditori come Paolo Merloni, Stefano Micossi direttore generale di Assonomine, Giovanni Bossi, ad della Banca Ifis spa, il presidente dell'Eni Giuseppe Recchi, Marco Giovannini, Presidente e Amministratore Delegato di Guala Closures Group, Andrea Illy presidente di Illy Caffè, Enrico T. Cucchiani ceo  di Intesa Sanpaolo SpA, Alessandro Castellano ad di Sace SpA
Gianfelice Rocca,  presidente di Techint, Nerio Alessandri fondatore e presidente di Technogym SPA,
Flavio Cattaneo ad di Terna SpA, Beatrice Trussardi presidente e ad di Trussardi Group e last, but not least, 
lo sciarpato Diego Della Valle presidente del gruppo Tod's.
Insomma, la summa della finanza e dell'economia italiana. 
Tema: 'Rebuilding Europe's competitiviness', ovvero, ricostruire la competitività europea.
Partendo dall'Italia.
Questo,  il titolo non lo dice ma visto che ci sono solo italiani, lo diciamo noi.   
A dare il benvenuto, il fondatore e guru del World Economic Forum
Klaus Schwab.

La nuova Davos italiana parte da Villa Madama?
L'unica cosa certa è che il presidente Monti
interverrà dopo Schwab ed è stato proprio il senatore a vita, potenziale futuro presidente del Consiglio eletto, il principale supporter di questo vertice.
Cosa si diranno, sarà difficile saperlo.
I media non sono stati invitati.
Tenete a bada gli appetiti, dunque.
Il potere vero, quando decide, con la stampa non parla.
E se lo fa, è solo per notifica.

mercoledì 24 ottobre 2012

Mibac: Nastasi lascia il gabinetto di Ornarghi senza neppure l'onore delle armi...

Lo abbiamo scoperto solo oggi, 'galeotta' la cicalata 'melandrina'.
Il potentissimo Salvo Nastasi non è più capo di Gabinetto del Ministero dei Beni Culturali,
ruolo che aveva  durante il mandato di Sandro Bondi e Giancarlo Galan.
Il delicatissimo ruolo ora è in capo ad Adriano Rasi Caldogno.
L'avvicendamento si vociferava già ad agosto,  ma l'ufficializzazione è arrivata  a settembre.
La notizia è stata considerata una 'non notizia' dal Ministero del Beni Culturali tanto
che facendo una ricerca sul sito del ministero non siamo riusciti a trovare alcuna informazione relativa
al cambio di guardia.
Strano.
Il ruolo di Nastasi è sempre stato piuttosto 'chiacchierato', come si dice nella Città Eterna.
Non solo per le sue liaisons politico-istituzionali-sentimentali,
ma anche per il peso specifico dell'uomo, il cui nome è stato fatto
nelle  intercettazioni sulla P4 vicenda Bisignani e nella
gestione dei fondi Arcus.
Un profilo a tutto tondo sul quale sono volate numerose interrogazioni, tra le quali quella del sen. Lannutti dell'Idv.
Nastasi, che da capo di gabinetto manteneva anche l'incarico di direttore generale dello Spettacolo dal Vivo oggi (che a tutt'oggi conserva) è stato dunque fortemente ridimensionato anche se lo stipendio è comunque ragguardevole:
160mila euro lordi all'anno.
Questo cambiamento è passato sotto traccia, o quasi.
Ne ha parlato soltanto l'Adn Kronos che con un lancio di quattro righe quattro - chapeau-  informa il 31 luglio dell'avvicendamento citando fonti non ufficiali.
Nulla invece si sa degli emolumenti per il  nuovo responsabile del Gabinetto, Cardogno,
la cui nomina è avvenuta il 1^ settembre.  
L'attuale responsabile del Gabinetto, per l'operazione trasparenza, è elencato sul sito del Mibac ma privo della relativa informazione sullo stipendio.
Insomma, ancora una volta, il governo degli Ottimati, guidato dall'ottimo Monti,
usa la tecnica del 'vedo-non vedo'.
Nuovi Gabinetti, stessa merda!

Melandri: una Maxxi famiglia per i famigli di Nastasi del Mibac



Ma insomma:
possibile che la politica italiana funzioni sempre allo stesso modo...?
Il modo è quello descritto con esemplare sinteticità da Leo Longanesi:
"Tengo famiglia".
E famigli...aggiungiamo oggi.
La nomina della bella Melandri non nasce né per caso né tantomeno per le indiscusse capacità tecnico-professionali-manageriali dell'ex ministro.

Nasce seguendo la classica tecnica tutta italiana:
quella delle cordate.
In questo caso cordate familiari.

Giovanna Melandri è cugina di Giovanni Minoli, sì proprio lui, il geniale ideatore di format televisi e di approfondimenti d'inchiesta.
Nel 2009, Minoli è stato nominato dalla Regione Piemonte Presidente del Museo d'Arte Contemporanea del Castello di Rivoli.

Il potentissimo Salvo Nastasi, già  capo di gabinetto del Ministero dei Beni Culturali durante la 'guida' si fa per dire di Bondi e Galan, ora direttore generale per lo spettacolo dal
vivo


ha poco più di un anno e mezzo fa ha impalmato la  figlia di Giovanni Minoli, Giulia.

L'unica associazione del settore che si è congratulata per la scelta 'melandrina' (da vera paracula, ci si perdoni l'epiteto vernacoliere)

è l'Amaci, l'associazione Musei di Arte Contemporanea,  presieduta da Beatrice Merz, condirettrice del museo presieduto da Minoli.

Il ministro Ornaghi, che brilla per lucidità e perspicacia conclamate..., si sarà accorto che uno dei direttori più potenti del Mibac ha lavorato per la cugina del suocero come presidente del MAXXI?
Chissà. Non sempre i prof. sono così smaliziati.

Gli smaliziatissimi del Pdl però che fanno?
Anche loro stanno in dormiveglia. 
Sanno tutto e, tranne quello 'sgarbato' di Gasparri, si limitano a qualche attacco d'ufficio senza affondare.
Un po' per amicizia con Ornaghi, un po' per complicità con Nastasi che è stato capo di gabinetto anche degli ex ministri
Sandro Bondi e Giancarlo Galan.

Una bella 'Mela' avvelenata per la reputazione del Governo Monti.
Che è passato dai conflitti d'interesse di berlusconiana memoria

ai conflitti di interesse...di famiglia.
Un vero spettacolo, dal vivo.
Il cv dell'evergreen Nastasi dal sito Mibac

mercoledì 17 ottobre 2012

Ddl anticorruzione: magistrati fuori ruolo impegnati a salvare il proprio ruolo...



C'è il Salva-Ruby, ma c'è anche il salva magistrati fuori ruolo.
Nel ddl anticorruzione che tante pene sta dando a questo governo di ottimati,
il punto più delicato non riguarda la politica né le cariche elettive,
ma riguarda la casta dei superintoccabili, l'ultracasta per eccellenza:
i magistrati fuori ruolo.
Si tratta di un numero cospicuo di consiglieri dello Stato che operano al di fuori della magistratura
perché in servizio presso i ruoli chiave della Pubblica Amministrazione.
Oggi ce ne sono ben 260.
Figure apicali che vengono sottratte dal loro incarico naturale per andare a coprire funzioni di responsabilità molto ben retribuite, e al di fuori di ogni possibile intervento regolatorio, come dimostra questa vicenda...
Capi di gabinetto, capi del legislativo di ministeri chiave come quello della Giustizia, della Pubblica Amministrazione, a Palazzo Chigi, nelle Ambasciate, nelle Autorithy, in politica.
Qualche tempo fa se ne occupò anche il Consiglio superiore della magistratura che con una circolare 'consigliò' di contenere il fenomeno nel vano tentativo di impedire la formazione di vere e proprie carriere parallele.
Tutto inutile.

Finché la questione non è esplosa grazie al dibattito parlamentare: la radicale Rita Bernardini ha presentato una proposta di legge per regolamentare la questione. Ma come si sa, i tempi dell'approvazione di un disegno di legge governativo sono già lenti, figuriamoci quelli di un 'semplice' parlamentare.
A recuperare l'argomento, il deputato Roberto Giachetti, che con un emendamento al ddl anticorruzione poneva paletti ben precisi:  1) non si può rimanere collocati fuori dalla magistratura per più di cinque anni consecutivi; 2) durante il collocamento fuori ruolo il magistrato non può percepire due stipendi.
La Palisse direste.
Seeeee!

Il Pd, di cui l'ex radicale Giachetti fa parte, ha mostrato segni di irrequietezza, non votando l'emendamento: nel Pd c'è il maggior numero di magistrati fuori ruolo...
Ora spetta al Senato chiudere la 'partita', e con la fiducia messa dal Governo pare che questo problema sia stato risolto. Come?
Secondo Giachetti "azzerando la norma" da lui proposta.
In sostanza, l'intesa tra governo e maggioranza si basa su tre punti.
Primo: obbligo di considerarsi fuori ruolo per i magistrati che
svolgono funzioni apicali. Secondo: delega al governo, di
quattro mesi, per stabilire ulteriori casi di fuori ruolo.
Terzo: non ci sara' nessuna deroga, ma per le toghe che svolgono
incarichi presso gli organi elettivi, quelli di rilevanza
costituzionale e le Corti internazionali, il limite dei 10 anni
consecutivi per il collocamento fuori ruolo comincera' a
decorrere dall' entrata in vigore della legge.
Ma chi ha scritto o riscritto la norma?
I  magistrati fuori ruolo del ministero di Giustizia e della Pubblica Amministrazione.
Conflitto d'interesse?
A ciascuno...il suo.


martedì 16 ottobre 2012

Governo: provvedimenti in un total nude che provoca imbarazzi



In trasparenza assoluta, anzi in total nude.
Palazzo Chigi ha deciso di togliere il riserbo sugli atti deliberati dal Consiglio dei ministri caricandoli sulla pagina di Governo.
Il ddl stabilità, licenziato lo scorso 9 ottobre, è stato oggi pubblicato sul sito di Governo.
Il disegno di legge non è ancora stato autorizzato dal Capo dello Stato, secondo all'art. 87 della Costituzione,  per la necessaria trasmissione alle Camere.
Eppure sul sito si può leggere tutto il provvedimento, la cui relazione illustrativa è addirittura incorniciata nel frame atti parlamentari della Camera dei Deputati.
Sconcerto e stupore tra gli altissimi burocrati di Palazzo Chigi.
Vortice di telefonate, alcune direttamente al segretario Manlio Strano il quale se n'è lavato le mani.
La responsabilità di questo total nude policy è tutta del sottosegretario Catricalà,
il quale- pare- su imput della portavoce del Presidente Monti, Betti Olivi,  avrebbe imposto a tutti
la totale trasparenza degli atti del Cdm.
La poverina non ha la sensilità istituzionale per capire che lei è il direttore della comunicazione del sito di Governo e non Dagospia.
Se il Capo dello Stato non ha ancora autorizzato la trasmissione del provvedimento alle Camere,
la sua pubblicazione è un atto irrituale se non di grave scorrettezza istituzionale nei confronti di Napolitano e della Camera dei Deputati.
Alla quale,  a sua insaputa, viene trasmesso un atto ufficialmente... ancora non trasmesso.
Paesi di matti.


Italia Digitale: Il 'Passera 3' non è ancora atterrato al Quirinale...



Non ci siamo distratte...
Le Cicaline sono sempre attente a ciò che succede nei Palazzi.
Abbiamo aspettato un po' prima di riparlarne.
Ma a oltre 10 giorni dal famoso consiglio dei ministri che ha deliberato il decreto legge  “Misure urgenti per l’innovazione e la crescita: agenzia digitale e startup”, il testo  è ancora in giro per i ministeri.
Il cosiddetto 'Passera 3' non è ancora atterrato sull'Alto Colle.
Non è certo una novità.
Spesso i provvedimenti che entrano in Cdm sono bozze, ma nell'arco di una settimana dopo aver limato, tagliato, sistemato, corretto, l'iter si conclude con la firma del Capo dello Stato, la sua pubblicazione in Gazzetta e la trasmissione a una delle Camere che inizia l'iter di conversione.
Ebbene, questa volta il tempo è stato un po' più lungo.
Troppo lungo.
Del resto, ci sono provvedimenti davvero più urgenti, anzi cogenti.


Anche se non si può certo sottovalutare l'importanza che il ministro Passera,il governo tutto, e gli operatori di settore, hanno attribuito a questo provvedimento
considerato l'ossatura dell'Italia digitale prossima ventura, capace di cambiare le sorti di un Paese in declino.
Il decreto legge, per la corposità degli interventi, la completezza delle misure,  è considetato da tutti un vero e proprio Anno Zero per la pubblica amministrazione, per la scuola, per le aziende e per le ormai famose star up.
Già le start up, un termine usato e abusato...
di cui spesso i politici e i governanti si riempiono la bocca senza tuttavia capire di che caspita si parli.
Una specie di Eldorado digitale? Forse...
Una sorta di paradiso dell'economia futura? Anche...
Lo stesso Passera, prima ancora del decreto legge, aveva  approntato una task force di tutto rispetto per promuovere lo sviluppo dei queste micro aziende innovative che, trovandosi allo stato embrionale, necessitano di incentivi e facilitazioni. Un  microcosmo d'eccellenza sperimentale e di tecnologia d'avanguardia da cui nascono le meraviglie di cui si favoleggia in America, in India, in Cina.
In Italia nulla accade naturalmente...
In Italia serve un decreto legge.
Ma il decreto legge ancora non esiste.
Se ne è parlato, si è materialmente prodotto, si è deciso, e si è deliberato.
Ma il dl ancora non c'è.
Misteri d'Italia.

Più che un Eldorado questo decreto, 
sembra l'Araba Fenice. 



venerdì 12 ottobre 2012

Idv: con Maruccio l'anno zero per Di Pietro, si torna a mangiare panini...

 
 
L'affare Maruccio nel Lazio si fa sempre più serio e nell'Idv, ancora tramortita, c'è chi comincia a tagliare pure sul pranzo. Niente ostriche e champagne per il senatore dipietrista Stefano Pedica, che poco dopo le 13 e' stato pizzicato a consumare un frugale panino e un bicchiere di birra su una panchina di piazza Risorgimento, a Roma. Alle spalle i gabbiotti della festa regionale dell'Idv, chiusa in anticipo dopo lo scandalo dei fondi sottratti alla Regione. Il senatore ha l'aria pensierosa e, tra un boccone e l'altro, forse pensa già al futuro del suo partito. Pare che voglia fare un passo indietro da senatore per candidarsi come semplice consigliere alle prossime regionali. Forse un modo per far capire che sul territorio si riparte dal panino...

giovedì 4 ottobre 2012

#PrimariePd: il popolo delle primarie, il 'popolo' degli eletti...




La bozza del regolamento per le primarie del Pd già circola sulla
rete, sulle agenzie, sui giornali.
Su twitter si è scatenata l'ironia con l'hashtag #primariepd,# nuoveregoleprimariepd, #regoleprimarie, ne parleremo con una selezione dei migliori...
Sul sito del Partito democratico, ovviamente, neppure un cenno
alla polemica serrata che sta divampando tra i bersaniani e i renziani. 
Ma un big bang sta per abbattere sui dinosauri del Partito che, nel disperato tentativo di contrastare la stella di Renzi, frantumano quel poco di democrazia interna che avevano.
Trattandosi di un canovaccio, è impossibile trovare il decalogo del bravo sabotatore sul sito di un partito che, per impostazione culturale e politica,  
ha il marchio di fabbrica 'Botteghe Oscure'.


Tuttavia per chi volesse fare il confronto con le primarie del 2005,

quelle 'open'dell'Unione, che decretarono la gloriosa vittoria di Prodi con il popolo dei gazebo,
può farlo cliccando qui:
Le differenze sono notevoli.
Un'unica cosa accomuna il regolamento delle  passate primarie alla bozza che circola oggi: l'impegno a sottoscrivere l'adesione al programma proposto.
Insomma, una sorta di vincolo di mandato per gli iscritti.
Che sono, sia chiaro, privati cittadini.
Una vera e propria contraddizione visto che il parlamentare ha estrema libertà di movimento come dimostrano transfughi alla Camera e al Senato: ben 141 neppure 4 anni.


Del resto, la libertà di movimento è un sacro principio stabilito dall'art. 67 della Costituzione che recita:
"Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato".
Una sorta di costituzionalizzazione del trasformismo di depretisiana memoria.
Insomma, tu elettore democratico devi essere come il carabiniere:
nei secoli fedele.


Loro, i parlamentari possono fare come cazzo gli pare.
E' la democrazia, bellezza.


mercoledì 3 ottobre 2012

Camera dei Deputati: ok ai portaborse ma con contratto...


Al diavolo Moretti e il suo stramaledetto portaborse.
Finalmente i poveri schiavi dei deputati ottengono giustizia!
Contratto regolare, trasparenza, contributi,
finalmente liberi di girare a Montecitorio senza paura di imbattersi nell'Ispettorato del lavoro.
La Camera dei Deputati ha, infatti, approvato una proposta di legge bipartisan che regolarizza il rapporto di lavoro tra il deputato e il suo collaboratore.
Voto quasi unanime dell'Aula:
ben 431 sì e 4 astenuti soltanto 3 no.
I collaboratori saranno pagati direttamente dall'amministrazione, con un contratto equo e con tutti i crismi.
Basta part time farlocchi, giornate di lavoro stressanti per uno stipendio in nero o parziale.
Ma non siate maliziosi, su!
Questo ecumenismo non è dettato dal desiderio di
dotarsi di uno schiavo regolarizzato e fidelizzato, ma sempre pur schiavo, non è dettato dal desiderio di dotarsi di un altro benefit in tempi di crisi e di antipolitica.
Ma noooo!
Qui, signori cari, si tratta di tutelare il lavoro!
Il proprio, quello del deputato, e il loro, quello dei
preziosi portaborse che sono davvero tanti.
Quindi, evitino i giornali di alimentare l'antipolitica.
I vari Rizzo, i vari Telese, i vari Formigli sono avvisati.
Del resto, l'Italia è o no una Repubblica fondata sul lavoro?
Esulta il coordinamento dei portaborse,
che si chiama più finemente
Cocoparl.
Dice in perfetto politichese, Emiliano Boschetto, il portavoce del coordinamento, che con quel nome sarà pure stanco di fare l'imboscato:
"Finalmente finisce l'era dei portaborse (i quali spesso, aggiungiamo fanno pure gli addetti stampa, i faxisti, i segretari, i guardiaspalle, i giuristi, i parafulmine... ndr). Accogliamo con estrema soddisfazione l'approvazione da parte della Camera della legge sulla disciplina del collaboratore parlamentare. Il testo votato come da noi richiesto  si ispira al cosiddetto modello europeo che introduce il vincolo di destinazione delle risorse per lo staff e il pagamento diretto da parte del Parlamento di un
contratto di lavoro che resta di natura fiduciaria.  Se ora
anche il Senato dimostrera' la medesima solerzia, e gli uffici
di Presidenza recepiranno la legge, e' davvero a portata di mano
la possibilita' che dalla prossima legislatura scompaia
finalmente il sospetto della presenza di lavoro nero o malpagato
in Parlamento''. 
"Un simile intervento, in questo particolare momento -
osserva Boschetto da fine legislatore - puo' porsi davvero come paradigma per la
gestione dei fondi pubblici secondo criteri di trasparenza,
equita' e razionalizzazione"
Solo un appunto: il provvedimento non è ancora legge, grave che un collaboratore parlamentare non sappia la differenza tra una legge definitavamente approvata dalle Camere e una proposta di legge licenziata da un solo ramo del parlamento.
Insomma, siamo proprio sicuri che l'era dei portaborse sia del tutto tramontata?





Agenda digitale: Passera risponde in question time. Risponde?


Resoconto della risposta del ministro Passera in question time Camera dei Deputati
svoltosi oggi
I misteri restano, anzi s'infittiscono, in arrivo un altro decreto legge.


CORRADO PASSERA, Ministro dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, al di là della risposta che poi leggo, sappiamo che abbiamo lavorato insieme, ci siamo visti anche ultimamente. Sapete quanto siamo impegnati. Forse domani tutto si completa.
Come sottolineato dagli onorevoli interroganti, la digitalizzazione costituisce una leva potentissima in termini di crescita occupazionale, di maggiore produttività e competitività, ma anche di risparmio e di maggiore coesione sociale.
Nel condividere tale premessa, il Consiglio dei Ministri di domani esaminerà uno schema di decreto-legge che rappresenta un ulteriore e significativo passo in avanti nell'agenda del Governo per la crescita sostenibile, nonché la naturale prosecuzione di quanto già realizzato nei mesi scorsi, fin dal primo decreto «salva Italia» fino all'ultimo decreto-legge sulla crescita, convertito lo scorso agosto. Con questo provvedimento si punta in modo ambizioso a fare del nostro Paese un luogo nel quale, in attuazione dell'agenda digitale europea, l'innovazione rappresenti un fattore strutturale di crescita sostenibile e di rafforzamento della competitività delle imprese.
Il recepimento dei principi dell'agenda digitale, operato con il provvedimento di imminente presentazione, conclude un articolato processo di elaborazione e di condivisione, avviato lo scorso febbraio con la costituzione della cabina di regia, che ha visto impegnati in uno sforzo comune numerosi ministeri, ma anche le regioni, le istituzioni locali e i principali rappresentanti del mondo produttivo. La cabina di regia, in particolare, ha definito le linee principali del testo normativo, cercando però di valorizzare al massimo, condividendone lo spirito ed i principi ispiratori, il contenuto di proposte di legge di alcuni parlamentari, tra cui figurano anche gli interroganti.
In questa sede posso citare solo alcune delle innovazioni previste: si introduce un documento digitale unificato, che funge sia da carta d'identità elettronica sia da tessera sanitaria e carta dei servizi; si crea un'unica anagrafe nazionale; diviene più semplice dialogare con la pubblica amministrazione in via telematica sia per il cittadino dotato di un proprio domicilio digitale sia per le imprese attraverso un generalizzato ricorso alla posta elettronica certificata; vengono introdotti nuovi strumenti didattici di tipo digitale; viene informatizzato il rapporto con le strutture sanitarie attraverso l'introduzione del fascicolo sanitario elettronico e la dematerializzazione delle prescrizioni mediche e delle cartelle cliniche; si rende più snello il processo civile fallimentare attraverso il ricorso esclusivo a modalità di comunicazione telematiche; si incentiva l'utilizzo dei pagamenti elettronici; si stanziano importanti fondi da destinare al superamento del digital divide; si promuove lo sviluppo di grandi progetti di ricerca dal contenuto fortemente innovativo e collegato all'attuazione, appunto, dell'agenda digitale italiana.
Di particolare rilevanza poi è la sezione, di cui faceva cenno l'interrogante, dedicata alla regolamentazione delle start up innovative. Le nuove disposizioni disciplinano molti degli aspetti normativi più rilevanti delle nuove imprese innovative all'interno di un quadro unitario - c'è proprio una visione completa di tutte le varie fasi della vita - per favorire sviluppo tecnologico e occupazione, contribuendo allo sviluppo di una cultura dell'innovazione e via dicendo.
PRESIDENTE. La prego di concludere, Ministro Passera.
CORRADO PASSERA, Ministro dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti. Insomma, tutte le cose di cui abbiamo parlato, penso che le troverete.

Agenzia digitale: i cacciatori di teste alla ricerca del direttore. Ma il bando?



Alla ricerca del direttore perduto...
Sta diventando un'Odissea, la ricerca del direttore generale dell'Agenzia digitale italiana.
Oggi, l'ennesimo bluff, segno evidente che il bando non solo era sbagliato, pieno zeppo di errori a potenziale di nullità, ma era semplicemente 'taroccato'.
Accuse pesante, è vero.
Ma basta leggere questo articolo di Massimo Sideri sul Corriere della Sera per comprendere quanto la selezione trasparente non sia un interesse preciso di questo Governo.
La società di headhunters, infatti, secondo quanto riportato da Sideri, sta lavorando a una short list con 2 o 3 nomi da ricercare. La ricerca si affianca a quanto già svolto da un'azienda simile a luglio, la KeyPeople.
Quando ancora il decreto legge non era stato definitivamente approvato dalle Camere...
Trasparenza su trasparenza.

Ps. ieri il nostro pezzo sulle interrogazioni sull'Agenzia digitale rimaste senza risposta.
Oggi il ministro Passera, guarda caso risponde in question time ai deputati Palmieri, Bergamini e Baldelli, dicendo: 
 "Domani il Consiglio dei
ministri esaminera' uno schema di decreto legge per l'agenda
digitale che costituira' "un ulteriore passo verso la
crescita sostenibile" e che e' volto a "fare del nostro paese
un luogo in cui l'innovazione rappresenta un fattore
strutturale di crescita sostenibile".

Ancora un decreto legge sull'agenzia digitale...?

Pd: riunione tra Bindi, Bersani, D'Alema ed Errani al riparo da orecchie indiscrete...



Un'immagine da compromesso storico, un gruppo da mobilitazione emergenziale.
Il segretario del Pd, Bersani, accompagnato dai pezzi da novanta del vecchio Pci,
D'Alema ed Errani, si è incontrato con la democrat-popolare, Rosy Bindi, storica esponente del filone democristiano cattocomuista.
L'incontro sarebbe avvenuto nell'appartamento privato della Camera messo a disposizione della vicepresidente, nei pressi di Piazza del Parlamento.
Tema all'ordine del giorno?
Certamente di alto profilo istituzionale, visto il luogo.
Ovvero la bozza che Errani ha consegnato al Capo dello Stato sulla riforma delle Regioni.
Sicuramente il quartetto ha affrontato anche il tema dei costi delle giunte regionali e dei consigli,  con le loro malversazioni, i loro sperperi, le spese di dubbia opportunità.
Ma avranno affrontato anche, veltronianamente, l'arrivo della Guardia di Finanza presso il consiglio regionale dell'Emilia Romagna.
Chissà se i magnifici 4 avranno fatto  mea culpa sulla riforma del Titolo V, approvato dal centrosinistra con solo 4 e maledetti voti di scarto a pochi giorni dalla chiusura della legislatura.
Chissà se, consumando caffè amaro e croissants, e al riparo da ascoltatori indiscreti abbiano
pianificato una exit strategy per non trasformare la Regione Emilia Romagna in un altro scandalo mediatico. 
Perché se il Pd del Lazio ha avuto buon gioco nel dire che loro stavano all'opposizione, in Emilia Romagna invece governano loro.
E da sempre.
La riservatezza è totale.
La prudenza, ai massimi livelli. 
Basti rivedere questa scena interessante:
 Errani prende il suo cellulare dalla tasca, lo passa a Bersani che chiama il suo autista per consegnargli l'apparecchio telefonico.
Mani sicure e consegna del silenzio.
Al cellulare è meglio non parlare.
Troppi disturbatori:  
molti sono visibili...
altri, invisibili...




martedì 2 ottobre 2012

L'Agenzia digitale come il porto delle nebbie...


La tormenta si sta trasformando in bufera.
La pioggia in diluvio. 
Il destino dell'Agenzia digitale italiana, la struttura che dovrebbe traghettare l'Italia nell'era di internet, risolvere il digital divide, informatizzare la pubblica amministrazione,
dare slancio alle start up, gestire 500milioni di euro e una dotazione d'organico di  ben 150 persone in sede, sembra seguire la destinazione inesorabile della solita italietta: il porto delle nebbie.
Gira voce che il ministro Passera stia chiudendo sulla scelta del candidato che guiderà la struttura.
E pare anche che abbia pure una grande fretta.
L'economia non può più attendere, dice...
Sembra però che il suo attivismo stia creando qualche difficoltà a Palazzo Chigi, tanto che lo stesso tecnopremier vorrebbe vederci chiaro, anzi trasparente.
Come dargli torto...?
Alcuni errori marchiani nel bando (che scade oggi) hanno creato grosse difficoltà presso i ministeri e a Palazzo Chigi.
Il primo, e il più grave, è stato l'indirizzo sbagliato al quale inviare la candidatura: agenziaitaliadigital@pec.governo.it. e non, come avrebbe dovrebbe essere, agenziaitaliadigitale@pec.governo.it.
Il secondo sbaglio, la data del riferimento legislativo a cui si rimandava, ma questo poteva essere  un semplice errore materiale facilmente risolvibile.
Altri equivoci hanno reso davvero imbarazzante il bando: come la mancata visualizzazione delle firme dei ministri sul pdf caricato sul sito di Governo, come le differenti versioni caricate sui siti dei vari ministeri competenti, come i continuii slittamenti della data di scandenza della nomina legati alle errate previsioni di entrata in vigore del provvedimento,
come la necessità di ripubblicare l'avviso sulla Gazzetta ufficiale. E così via...
Insomma, il classico caso psichiatrico da pubblica amministrazione moloch.




C'è chi azzarda: "Andiamo avanti lo stesso",  qualcun altro invece è più cauto: "Errori del genere causano nullità".
La questione intanto dilaga dai dicasteri al Parlamento. A occuparsene a livello parlamentare sono il senatore Elio Lannutti (Leggi testo) e Felice Bellisario  (Letti Testo) entrambi dell'Idv, il deputato del Pd-Radicali, Marco Beltrandi (Leggi testo)
e il deputato del Pdl Alessio Butti (Leggi Testo

La lettura delle interrogazione desta sconcerto per la
la drammatica capacità dello Stato di opacizzare l'avvio di una struttura che dovrebbe rendere trasparente... lo Stato.
Ma ancora non se ne viene a capo.
Davanti a questo bel blocco di interrogazioni inviato al presidente del Consiglio, Monti, e  tutti i ministri competenti...ovvero, Passera, Profumo, Patroni Griffi, Grillo, qualcuno ha risposto?

Tutti e cinque-  un salvatore della Patria affiancato da scienziati, banchieri, accademici, economisti- tutti in silenzio.
Più che trasparenza,
questa è invisibilità.