sabato 29 novembre 2014

QUELL'EX AREA AN CHE SPOMPINA IL NUOVO SALVATORE DELLA PATRIA PADANA

 
 
(avviso ai benpensanti: linguaggio scurrile. Chi legge lo fa a proprio rischio e pericolo)
 
Emmo'basta!
Basta fellatio con l'ingoio a Matteo Salvini,
soprattutto dai giornali di centrodestra.
Basta con questi cunnilingus alla Lega Nord.
Basta con questa adrenalina masturbatoria sulla potenziale scalata dei barbari padani sulla pianura di Sibari, culla della Magna Grecia...
Basta con questa orgia orgamisca dal sapore sadomaso, stile bondage in cui gli intellettuali destri  divaricando gambe appese ai fili dei destini leghisti, mettono in bella mostra tutti gli orifizi possibili per offrirsi con esaltazione dolorante al sodomizzatore d'Oltre Po.
Capiamo il disorientamento dell'area ex An intra ed extramoenia, ovvero dentro e fuori le mura di via della Scrofa.
Questo euforico invaghimento del segretario della Lega,
sa più di sega intelletualoide,
sterile quanto l'inutilità di quei pensatori controcorrente:
avessero mai portato un voto al partito e al movimento politico-culturale nel quale son cresciuti,
pasciuti,
ingrassati,
invecchiati,
imbolsiti
e rincoglioniti.
Altro che retorica anti-euro e visionario abbandono ai mito dei Celti in salsa polentona.
Quello che spinge questi eunuchi del pensiero, una volta Statocentrico neo-post-cripto-para-gentiliano, continua a essere l'ideale vetero-fascista della divinizzazione dell'uomo forte, idolatrato da masse prostrate.
Tanto appassionati all'epopea dei movimenti di popolo del Primo Novecento, alla rivoluzione conservatrice, all'ideale comunitario di Tonnies, passano da Heidegger e Le Bon, da Mussolini e Bottai, da Prezzolini e Flaiano, da De Maistre ed Evola...
a Matteo Salvini,
figlioccio di Umberto Bossi
padre del Trota.
Dal Duce al pesce di lago.
E vaffanculo alle antiche memorie del fascistico 
Mare Nostrum.
E loro abboccano:
quando c'è da aprire la bocca, usandola in tutte le funzioni possibili,
sono i primi.
Restando sempre gli ultimi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

venerdì 28 novembre 2014

IL MIGLIORE ALLA CAMERA DEI DEPUTATI...

 
 
Il Partito Comunista è morto.
Ma il fantasma si aggira  sempre qui alla Camera.
E questa volta è quello del 'Migliore'.
A 50 anni dalla morte di Palmiro Togliatti, la presidente Boldrinova ha deciso di commemorare il grande Statista in tutte le sue coniugazioni possibili e immaginabili. Si apre oggi, 28 novembre, alle ore 17,30, nella Sala della Regina la mostra "Palmiro Togliatti, un padre della Costituzione". "All'inaugurazione - si legge nel comunicato della Camera- sarà presente il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano".  Ci auguriamo che l'ex migliorista  sappia trattenere le lacrime.  La mostra e' promossa dalla Fondazione Istituto Gramsci, dall'Archivio centrale dello Stato e dall'Archivio storico della Camera dei deputati. A cinquant'anni dalla scomparsa di Palmiro Togliatti, l'esposizione intende ravvivare la memoria di un protagonista della rinascita democratica del nostro Paese.   Il tema principale riguarda l'attivita' svolta da Palmiro Togliatti dal marzo 1944 - data del suo rientro in Italia dopo oltre 18 anni di esilio - alla promulgazione della Costituzione della Repubblica italiana nel gennaio 1948. Vengono esposti documenti provenienti da archivi pubblici e privati corredati di didascalie e allestite postazioni multimediali che ospitano documenti in formato digitale e materiale audio e video.    L'immagine centrale dell'allestimento è un grande tavolo di lavoro, come emblema del lavoro intellettuale e del confronto che hanno dato vita alla Costituzione. Il tema è introdotto nella prima parte della sala, dove su un grande tavolo sono incisi i primi 12 articoli della Costituzione. All'interno dell'allestimento, trovano spazio le fotografie di Mario Carnicelli (tratte dalla raccolta "24.8.1964 C'era Togliatti") che documentano con estrema intensita' la partecipazione alle esequie del leader del Pci. Il percorso si chiude con il grande dipinto di Renato Guttuso "Funerali di Togliatti".  La mostra resterà aperta al pubblico da lunedì 1 fino a giovedì 18 dicembre dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17,30, chiusura sabato e domenica, e lunedi' 8 dicembre).
Almeno nel giorno dell'Immacolata...
Don Camillo ringrazia!
 

giovedì 27 novembre 2014

CAMERA DEI DEPUTATI SENZA...LA LUPA



Che fine ha fatto la Sala della Lupa? Perché non l'hanno ancora riaperta al pubblico? Sono ormai  (quasi)  tre anni che lo splendido salone evocativo di fatti di storia patria è chiuso. In quel salone, i deputati dell'opposizione al fascismo decisero l'Aventino e sempre lì furono proclamati i risultati del referendum costituzionale che portò l'Italia alla Repubblica.
Era l'11 giugno 2012 quando dal soffitto crollò una parte dell'affresco proprio nel punto preciso dove, su una sedia il giorno prima, il presidente Napolitano aveva appoggiato le quirinalizie natiche. Poteva essere una tragedia, invece fortunatamente il crollo ci fu mentre la sala non era frequentata. Grandissimo utilizzo ne fece l'allora presidente della Camera Gianfranco Fini che almeno una volta a settimana dal podio profferiva i suoi interventi agli illustri ospiti.  
Da allora e nonostante le rassicurazioni su una pronta riapertura, nessuno ha potuto più ammirare la superba statua della Lupa che troneggia al centro, né leggere le targhe commemorative degli aventiniani e del referendum. Niente più incontri, conferenze, dibattiti. Ora si utilizza la Sala della Regina dove sua maestà Boldrini ama ricevere i guru della decrescita felice, della comunicazione 2.0, hacker, e i costituenti delle regole della rete. Così mentre i Padri Costituenti avevano la sala della Lupa, i costituenti di internet hanno la loro Regina...

LA BURLA CORSARA IN COMMISSIONE BILANCIO


Il fratello d'Italia Massimo Corsaro è uno dall'eloquio tanto elegante quanto perfido. Aspetto gelido, sguardo assassino, voce tonante, il deputato ama lanciare stilettate per tweet e scrivere articolesse ferocemente antiberlusconiane condite da citazioni colte e periodi eleganti.
Di professione fa il commercialista. Naturale che seguisse la stabilità.
Siccome il tipo è anche molto preparato...in commissione Bilancio è riuscito a mettere in serio imbarazzo il presidente Francesco Boccia.
La legge di stabilità prevede che la medaglia Mauriziana, quell'onorificenza conferita dalla presidenza della Repubblica su proposta del ministero della Difesa ai militari sulla via della pensione, non sia più in oro. Il che per risparmiare qualche spicciolo...
Corsaro, che la stabilità se l'è studiata ben benino, s'inventa l'emendamento 'Pongo' prevedendo che il prestigiosissimo riconoscimento sia fatto di quel materiale con cui i bambini nati negli anni '70 giocavano prima che arrivassero le wii.
Quando in commissione hanno letto l'emendamento si sono, pare, scompiasciati dalla risate accompagnate da un moto di gratitudine verso il deputato che aveva fatto questa burla alleggerendo l'atmosfera gravosa.
Solo che dopo la risata, il gelo.
L'emendamento era tecnicamente perfetto e non poteva essere giudicato inammissibile. Infatti, esiste ancora.
E' il numero 31.38 e recita: "Al comma 4 sostituire le parole 'comunque non è coniata in oro' con le parore 'è in pongo'".
Ovviamente, al pres. Boccia non resterà altro che metterlo in votazione per farlo bocciare...