mercoledì 3 ottobre 2012

Camera dei Deputati: ok ai portaborse ma con contratto...


Al diavolo Moretti e il suo stramaledetto portaborse.
Finalmente i poveri schiavi dei deputati ottengono giustizia!
Contratto regolare, trasparenza, contributi,
finalmente liberi di girare a Montecitorio senza paura di imbattersi nell'Ispettorato del lavoro.
La Camera dei Deputati ha, infatti, approvato una proposta di legge bipartisan che regolarizza il rapporto di lavoro tra il deputato e il suo collaboratore.
Voto quasi unanime dell'Aula:
ben 431 sì e 4 astenuti soltanto 3 no.
I collaboratori saranno pagati direttamente dall'amministrazione, con un contratto equo e con tutti i crismi.
Basta part time farlocchi, giornate di lavoro stressanti per uno stipendio in nero o parziale.
Ma non siate maliziosi, su!
Questo ecumenismo non è dettato dal desiderio di
dotarsi di uno schiavo regolarizzato e fidelizzato, ma sempre pur schiavo, non è dettato dal desiderio di dotarsi di un altro benefit in tempi di crisi e di antipolitica.
Ma noooo!
Qui, signori cari, si tratta di tutelare il lavoro!
Il proprio, quello del deputato, e il loro, quello dei
preziosi portaborse che sono davvero tanti.
Quindi, evitino i giornali di alimentare l'antipolitica.
I vari Rizzo, i vari Telese, i vari Formigli sono avvisati.
Del resto, l'Italia è o no una Repubblica fondata sul lavoro?
Esulta il coordinamento dei portaborse,
che si chiama più finemente
Cocoparl.
Dice in perfetto politichese, Emiliano Boschetto, il portavoce del coordinamento, che con quel nome sarà pure stanco di fare l'imboscato:
"Finalmente finisce l'era dei portaborse (i quali spesso, aggiungiamo fanno pure gli addetti stampa, i faxisti, i segretari, i guardiaspalle, i giuristi, i parafulmine... ndr). Accogliamo con estrema soddisfazione l'approvazione da parte della Camera della legge sulla disciplina del collaboratore parlamentare. Il testo votato come da noi richiesto  si ispira al cosiddetto modello europeo che introduce il vincolo di destinazione delle risorse per lo staff e il pagamento diretto da parte del Parlamento di un
contratto di lavoro che resta di natura fiduciaria.  Se ora
anche il Senato dimostrera' la medesima solerzia, e gli uffici
di Presidenza recepiranno la legge, e' davvero a portata di mano
la possibilita' che dalla prossima legislatura scompaia
finalmente il sospetto della presenza di lavoro nero o malpagato
in Parlamento''. 
"Un simile intervento, in questo particolare momento -
osserva Boschetto da fine legislatore - puo' porsi davvero come paradigma per la
gestione dei fondi pubblici secondo criteri di trasparenza,
equita' e razionalizzazione"
Solo un appunto: il provvedimento non è ancora legge, grave che un collaboratore parlamentare non sappia la differenza tra una legge definitavamente approvata dalle Camere e una proposta di legge licenziata da un solo ramo del parlamento.
Insomma, siamo proprio sicuri che l'era dei portaborse sia del tutto tramontata?





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