venerdì 23 ottobre 2015

PER LAURA BOLDRINI IL LIBRO POLITICO ALLA CAMERA? INUTILE...



Per chi,  come le Cicaline,  vive a Palazzo da circa un decennio 
la Giornata del Libro Politico rappresentava un momento  
di sacra riabilitazione della democrazia, 
strappata all'insultificio quotidiano, 
allo squallore del politichese, alla litigiosità contingente. 

L'evento, ideato nel 2008 dall'intellettuale Aldo Di Lello nel primo anno della presidenza Fini, 
aveva il pregio di far uscire il Palazzo dal dibattito quotidiano, e innalzarlo alla sfera delle idee, delle  grandi categorie della politica, dell'editoria, del confronto 
tra pensatori, giornalisti, professori, e politici. 

Una tre giorni nella quale la Camera 
metteva a disposizione dei cittadini le sale più belle, 
quella della Regina per esempio 
dove attraverso un percorso ragionato si potevano consultare, leggere e volendo acquistare, le novità editoriali più interessanti e più insolite. 
L'apertura inaugurale, ovviamente, sempre del 'padrone di casa', il presidente che non poteva far mancare il suo contributo al sostegno del libro politico. 
Con l'arrivo di Laura Boldrini, cominciò a circolare l'ipotesi di un ridimensionamento della manifestazione, molto amata dai visitatori e dai piccoli editori che infatti erano sponsor dell'evento. 
Con la presidenza Boldrini, per un paio di anni 
la Giornata è andata avanti, un po' stancamente. 
Finché quest'anno...
Pregustando  l'emozione di varcare la soglia 
della sala della Regina...
ci siamo ritrovate completamente spaesate. 
Ingresso sbarrato.
Prendiamo il programma e subito constatiamo che 
la Giornata del libro politico è stata praticamente 
ridotta a brandelli: 
si fa in un solo giorno e per di più non tutta alla Camera ma 
presso la libreria Feltrinelli e presso la libreria Arion. 
Non c'è più la possibilità di fare incetta di libri, aiutando soprattutto i piccoli editori che molto più degli altri avevano bisogno di questi momenti di visibilità. 
Nulla. 
Ci siamo affacciate alla Sala Aldo Moro: 
si stava svolgendo la presentazione del libro 
'Sud, vent'anni di solitudine' di Giuseppe Soriero della Donzelli Editore. 
Il pubblico? In perfetta solitudine, quattro coraggiosi in prima fila assistevano al confronto tra Stefano Folli, Gerardo Bianco, Carmen Lasorella e Bruno Tabacci. 
Ovviamente, nessun intervento della presidente della Camera Boldrini, 
né un collegamento tramite web tv. 
Nulla. 
L'unica chicca, il manoscritto del 1968 di Alessandro Manzoni: 
"Dell'unità della dell'lingua e dei suoi mezzi per diffonderla". 
esposto presso il corridoio dei busti.
Che erano tanti. Sicuramente più dei visitatori. 
Anche così muore ogni giorno la democrazia. 

per il programma completo clicca
qui




Nessun commento:

Posta un commento