giovedì 2 agosto 2012

Pres. Fini-Fieg: #rassegnelibere... libere restaranno



Colpo di scena nella trattativa tra la Camera dei Deputati e la
Fieg sulla delicata questione delle rassegne stampa on line.
La Federazione degli editori, nonostante la disponibilità dimostrata dal Presidente Fini a tutelare il diritto d'autore senza compromettere il prezioso servizio offerto on line ai cittadini,
ha preferito adottare la linea dura compromettendo di fatto l'accordo precedentemente raggiunto.
Dopo lo scoop del Cicalino che, nell'aprile scorso,  ha scoperto e denunciato l'oscuramento della rassegna on line su governo.it e delle rassegne in molti siti governativi,  ne nacque una violenta polemica che divise opinionisti, giornalisti, editori e internauti.
Il dibattito si divise tra chi, come Gianni Riotta, sosteneva la necessità di garantire il servizio delle rassegne stampa on line come forma di web democracy, e chi come gli editori e la stragrande maggioranza dei media tradizionali consideravano il caricamento degli articoli sui portali istituzionali una palese violazione del diritto d'autore. Tuttavia, la normativa al riguardo è estremamente confusa e contraddittoria.
Tanto che la Fieg si è sempre rifiutata di adire le vie legali contro quelle amministrazioni dello Stato che offrono questo strumento  informativo.
Il Presidente della Camera Gianfranco Fini intervenne a tutela del servizio garantito da oltre 10 anni dalla Camera dei Deputati e del suo archivio storico, patrimonio estremamente prezioso per gli addetti ai lavori ma non solo. 
A giugno sembrava si fosse arrivati a un accordo salomonico dopo un'estenuante trattativa tra gli uffici della Camera e la Fieg grazie alla mediazione di Fini.
Il Presidente infatti avallava la rinuncia alla consultazione libera del patrimonio storico, e al differimento della pubblicazione on line: non più alle 7 del mattino ma alle 12, tamponando in tal modo la presunta 'emorragia' di vendita che una pubblicazione mattutina procurava.
Durante l'ultimo Ufficio di Presidenza, però, una lettera del Presidente della Fieg Giulio Anselmi
ha di fatto annullato quel pre-accordo imponendo la chiusura totale del servizio offerto dalla Camera e proponendo, in collaborazione con le società che producono e vendono le rassegne, una iniziativa piuttosto contorta, all'italiana insomma,  per la gestione dei diritti d'autore spettanti agli editori, mediante pagamento di un corrispettivo per le licenze d'uso dei contenuti editoriali. 
Che significa?
Molto semplice:
il servizio di rassegna stampa viene offerto direttamente da loro attraverso la costituzione di un servizio  in cui confluiscono i principali giornali italiani, quotidiani e periodici, anche non associati alla Fieg, che ha l'obiettivo di trovare  soluzioni  la tutela del prodotto editoriale che non compromettano il relativo mercato.
 Una vera e propria task force in collaborazione con le autorità di polizia per 'punire' i colpevoli che ledono 
il diritto d'autore e la proprietà intellettuale.
Urca che mobilitazione: manco stessimo parlando di lotta ai pedofili.
Infine, l'avviso neanche troppo istituzionale al Presidente Fini:
in campana, dice Anselmi, in modo molto più istituzionale ma non meno efficace. 
La Camera secondo l'editore della Fieg deve accertarsi che le aziende di rassegna stampa ci paghino 'dazio' sui diritti d'autore altrimenti...sono guai, guai per la Camera!
No, non si tratta di voler censurare o oscurare la Rete, ma solo di voler salvaguardare la  qualità e la libertà d'informazione.
Secondo Anselmi, evidentemente,  la rassegna stampa on line è lo strumento diabolico con cui si uccide e si compromette la qualità dell'informazione, financo la libertà d'informazione.
Insomma, se i giornalisti sono pagati al nero, o remunerati a 5 euro a pezzo, è colpa delle rassegne on line.
Come finisce?
Previdibile conoscendo il temperamento del Presidente...
L'uomo che alzò il dito indice al Cav. profferendo "che fai mi cacci?", ieri ha
alzato il dito medio agli editori.
Metaforicamente s'intende...
Avrebbe detto: "Per la Camera nulla cambia. Continuiamo come abbiamo sempre fatto".
Quindi? #Rassegne libere erano, #rassegnelibere resteranno.
Il popolo delle rete (se esiste) ringrazia.
(Il Cicalino pure!)










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