venerdì 9 dicembre 2011

Scilipoti's show contro Equitalia e le banche



Sarà pure un reietto, sarà pure un venduto, sarà un ir-responsabile, ma oggi Scilipoti ha rotto la sacra e rassegnata noia imperante in Aula Montecitorio per inveire contro le banche e contro il governo dei banchieri. Imbarazzo dei deputati scavalcati a destra, a sinistra, al centro. In gergo politologico si parla di 'sfondamento' a sinistra. In gergo tecnico 'sfondamento di culo'

Resoconto dell'intervento

DOMENICO SCILIPOTI.
"Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, lei conosce meglio di me sicuramente, anzi spero, questa situazione che affligge i cittadini italiani e oggi come oggi gli italiani si ritrovano con un Governo tecnico per trovare soluzione alle problematiche sotto il profilo economico e finanziario. Sa perfettamente che molte famiglie e le piccole e medie imprese sono state tartassate e molte volte trattate male da parte delle banche. Si è visto che tutto ciò che noi abbiamo detto molte volte all'interno di quest'Aula e fuori corrisponde a realtà perché si sono avviate delle procedure nei confronti delle banche da parte di queste imprese e poi si è visto che effettivamente avevano ragione perché alla fine, dopo il contenzioso, è emerso che effettivamente le banche si erano comportate in modo non corretto ma scorretto.
Cosa chiediamo in pratica con questa interrogazione? Di ottemperare a quanto aveva fatto il precedente Governo, di creare un tavolo di concertazione per trovare soluzione fra le imprese che si trovavano e si trovano in difficoltà a causa di atteggiamenti assunti nel passato da parte delle banche e di intervenire con una norma, per quanto riguarda Equitalia, perché quest'Italia con questo sistema e questo comportamento, sta strozzando giorno dopo giorno le nostre imprese e le nostre famiglie".
DINO PIERO GIARDA, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, rispondo all'interrogazione leggendone per conto del Ministero dell'economia e delle finanze il seguente testo.
Negli ultimi anni il Parlamento è più volte intervenuto nel processo di riscossione coattiva con provvedimenti a tutela del contribuente; dall'ottobre del 2006, per effetto del processo di internalizzazione delle attività di riscossione, il gruppo Equitalia Pag. 46ha svolto la funzione di recupero delle imposte avendo sempre particolare attenzione al rapporto con il contribuente. La durata massima dei piani di rateazione è stata elevata da cinque a sei anni ed è stato eliminato l'obbligo di presentare idonea garanzia del divieto di rateazione nelle ipotesi di azioni esecutive già avviate. Sono state inoltre apportate variazioni ai piani di rateazione, abolendo la maxi rata iniziale e prevedendo che interessi e compensi di riscossione fossero ripartiti nello stesso numero di rate concesse per il capitale. Ancora, è stata introdotta la possibilità per chi avesse omesso il pagamento di rate di un piano di rientro precedentemente concesso, di rateizzare nuovamente il debito fiscale.
In particolare, l'articolo 2 del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225 prevede che le dilazioni concesse ai sensi dell'articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602 fino alla data del 27 febbraio 2011, interessate dal mancato pagamento della prima rata o successivamente di due rate, possano essere prorogate per un ulteriore periodo e fino a 72 mesi a condizione che il debitore comprovi un temporaneo peggioramento della situazione di difficoltà posta a base della concessione della prima dilazione.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Ministro, la ringrazio e dico a priori, prima di svolgere il mio brevissimo intervento, che non ho niente di personale nei confronti della sua persona, lei Pag. 48è una persona perbene; però, quando sento una risposta del genere, essa mi sconcerta e mi delude abbondantemente.
Qualcuno potrebbe dire: perché ti senti deluso, Scilipoti, visto che ormai avevi una posizione e sapevi perfettamente quale era l'interesse di questo Governo? Non si può discutere, né si può fare una relazione scordandosi che per 40 anni le banche hanno massacrato le famiglie e le piccole e medie imprese. Per 40 anni hanno utilizzato tassi di interesse usurari. È stato dimostrato dalla magistratura a trecentosessanta gradi e le banche non vogliono prendere coscienza di quel comportamento scorretto nei confronti delle imprese e delle famiglie.
Oggi si chiede di verificare effettivamente qual è stato l'atteggiamento da parte delle banche nei confronti delle imprese, di fare ammenda, di restituire ciò che è stato tolto, e mi si viene a dire, all'interno di questo Parlamento, che «abbiamo fatto tutto, però, in un momento di così grave difficoltà, non riusciamo a tutelare le imprese, non tuteliamo le famiglie e non possiamo restituire ciò che gli è stato tolto».
Ma la mia interrogazione a risposta immediata, signor Ministro, diceva un'altra cosa. Noi abbiamo detto che siamo anche disponibili a pagare quanto richiesto, anche se dovessimo ritenere che quello che ci viene chiesto da Equitalia è rubato, ma non possiamo pretendere che, per una somma di 30 mila euro, Equitalia ne chieda 120 mila!
Lei, signor Ministro, mi fa una riflessione sul fatto che siamo in un momento particolare e che, conseguentemente, stiamo varando un decreto «salva Italia»; in realtà, si tratta di un decreto «salva banche», che distrugge ancora di più le famiglie e le imprese, senza riconoscere ciò che è stato utilizzato contro queste famiglie, che hanno costruito la nostra grande Italia.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DOMENICO SCILIPOTI. Oggi, e concludo, signor Presidente, prendo coscienza sempre più che questo Governo è un Governo per salvare le banche, e non per salvare l'Italia, ed è vergognoso sostenerlo, in modo particolare da parte di coloro i quali dicono di essere dalla parte dei lavoratori, delle famiglie....

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PRESIDENTE. Grazie, onorevole Scilipoti. La prego di moderare il linguaggio e anche il tono della voce.

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