Melanconici Barbato e Pifferi (IdV) si aggirano come fantasmi in Piazza Monte Citorio. Sanno che un'epoca si è ormai conclusa e col tramonto (ormai prossimo) del nemico storico, suscitatore di battaglie epocali, catalizzatore di odi e odii, anche loro si avviano al crepuscolo.
Di fronte a figuri e a famigli come Carlucci, "Scilipoti sembra un galantuomo".
"Forse persone del genere, arrivate a quell'età...possono pure ritirarsi"...riflette Pifferi rimasto particolarmente turbato dal tradimento dell'ex show girl. "Quando è entrata in aula - racconta- era 'scortata' da un drappello di deputati dell'Udc. Lei, terrorizzata e pallidissima, sembrava il carcerato al suo primo giorno di processo".
Se li interpelli sul futuro, la prospettiva è sempre legata a lui, il Cavaliere.
Barbato, occhi gonfi e rossi da notte insonne, barba lunga e selvaggia per rispondere ai desiderata di ammiratrici insaziabili (così dice...) fiero della sua virilità scapigliata, Pifferi, giacca sgualcita e 'inforforata', sembrano quasi teneri nel loro smarrimento: "Eravamo in trenta, siamo rimasti in venti..." O poco più.
Del post-Berlusconi non vogliono, non possono, non sanno parlare. Promotore involontario di fortune altrui, cosa faranno senza di lui...
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