martedì 22 novembre 2011

Per Alemanno un (Salta)martini, solo un aperitivo o...prove di governo tecnico


 
 
Di che cosa parlavano fitto fitto, il sindaco di Roma Alemanno e la sua pupilla, l'on. Saltamartini, al bar Ciampini di Piazza in Lucina? Stavano forse organizzando con la super visione dello chef del Majestic, Filippo La Mantia, il catering per il nuovo matrimonio tra il Pdl e il Fli? Oppure una rifondazione di Destra, vista l'insofferenza degli ex aennini per l'appoggio deciso da Berlusconi e Alfano al governo tecnico? Del resto, questa crisi è avvenuta proprio nel momento in cui si sarebbero dovute tirare le somme all'interno del partito, con gli ex aennini forti di un tesseramento in grande stile. In questa fase di pre-implosione del Pdl, si fa fatica a tenere a bada il proprio elettorato che si sente 'scippato' dal potere invisibile di banchieri, tecnocrati e massoni.
Ci pare difficile tuttavia che i due stessero parlando di questi scenari.
Al potere occulto, il sindaco di Roma preferisce il potere visibile.
E allora, l'intensità della conversazione era forse dettata dalla volontà di occupare e far occupare le prossime sedie governative. Chissà che Alemanno non voglia lanciare la candidatura della Salta come uno dei possibili sottosegretari di questo governo. L'unico limite, il profilo altamente tecnico richiesto per questo ruolo. E non ci sembra che la bella Barbara ne sia dotata.
Ma sicuramente è ricca di altre doti che però in questa fase di emergenza nazionale non servono (più).

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