martedì 12 giugno 2012

Fornero: ha tutti i numeri per...dare i numeri...




Cronaca semiseria delle dichiarazioni del ministro Fornero sugli esodati
di Bartolomeo Colleoni

La ministra Elsa Fornero da San Carlo Canavese s’è rivelata subito un fenomeno: al vernissage, cioè alla prima conferenza stampa del governo tecnico, il 16 novembre scorso, ha impallato con il volto grinzoso le telecamere delle reti unificate e ha cominciato a lacrimare dalle rughe. «Meglio della  madonna di Civitavecchia», ha sibilato fra sé e sé uno dei novelli colleghi, ignaro di essere captato dal grande orecchio di Giarda, e quindi denunciato a Monti.
Non avendo le misure giuste delle ex ministre non-tecniche, come di quella alle Pari opportunità di cui ha assorbito la delega, sommandola al Welfare; ma possedendo, almeno sulla carta, i titoli di economista e accademica, la neoministra s’è messa subito all’opera per riformare le pensioni. Quelle degli altri, ovviamente.
Fornero ha focalizzato il suo know-how soprattutto sulla bellezza astratta dei numeri, freddi indicatori senz’anima, quindi perfettamente tecnici, quindi crudeli. Ed ha iniziato a darli, i numeri. A partire dai cosiddetti esodati.
Ecco un sintetico ipse dixit degli ultimi due mesi e mezzo della ministra.

30 marzo: «Abbiamo fatto una riforma delle pensioni seria e severa che ha portato cambiamenti importanti. Si sono creati problemi, gli esodati sono uno dei problemi. Sono di più dei conti che abbiamo fatto (65m il a, ndr). Troveremo una soluzione equa».

5 aprile: «I numeri che sono circolati sui cosiddetti esodati (350m il a, ndr) non ci permettono ovviamente di dare risposte a tutti».

12 aprile: «La questione degli esodati è delicata, ognuno dà i numeri come gli pare. Noi faremo un comunicato dopo le ore 17».

12 aprile, nota del ministero al Welfare: «Accertato il numero in 65m il a». E poi: «Proprio per rispetto verso queste persone, il ministro Fornero ha voluto che il controllo dei dati fosse scrupoloso e preciso, una stima che ha quindi richiesto un’analisi di dettaglio molto puntuale e un tempo relativamente lungo che può aver alimentato preoccupazione. Si è data così risposta  a una situazione di comprensib il e ansia per migliaia di persone, fugando un ingiustificato allarmismo». Le ultime parole famose.

19 aprile, rispondendo a un’interpellanza alla Camera: «Il termine esodati è orrendo. Pure salvaguardati è orrendo». Un suo collega sibila il termine giusto per definire tutti quelli che non hanno più lo stipendio e neanche la pensione. Giarda capta e riferisce a Monti. Che s’irrigidisce come un palo.  

3 maggio: «A giorni il decreto per 65m il a salvaguardati».

9 maggio, Fornero ai sindacati: «Pronto il decreto per 65mila esodati».

14 maggio: «Il decreto sarà emanato entro fine maggio. Insisto nel dire che è bene separare la condizione di chi è in prossimità della pensione da quella di chi non sappiamo ancora bene identificare e verrà invece a trovarsi in questa situazione negli anni futuri».

22 maggio: «Il decreto sui 65mila esodati è pronto ma mancano le risorse per gli altri». Andiamo bene.

A fine maggio nel governo serpeggia il sospetto che di lì a poco sarà smascherato il bluff dei numeri.

31 maggio, alla radio la ministra dice: «Tutti sbagliamo, abbiamo fatto la riforma delle pensioni in 20 giorni». Si vede.

1 giugno, Monti e Crudelia Fornero firmano il decreto per i 65mila esodati.

11 giugno, l’Inps invia una relazione al ministero: gli esodati sono 390m il a e 200.

Oggi, 12 giugno, ore le rughe di Crudelia Fornero sprizzano rabbia: «La relazione Inps – dice – è parziale e non spiegata e la sua diffusione è stata irresponsabile e fatta per danneggiare il Governo».

Sempre oggi, ore 13: «Nel settore privato, le strutture responsabili della diffusione di un documento parziale e non spiegato, come quello dell’Inps sugli esodati, sarebbero sfiduciate». Già, e ai tecnici dei governi che sbagliano i numeri, cosa dovremmo fare?

Ancora oggi, ore 13: borse europee tutte positive, con l'unica eccezione di Milano. Spread a 476 punti. Tra parentesi: il 12 novembre 2011, il sabato delle dimissioni del Cavaliere, lo spread era a 460.

Sempre oggi, il grande orecchio di Giarda, programmato per captare anche lo spettro dell’umanamente impercettibile, ha brillantemente registrato il seguente dibattito fra i banchi dei ministri, mentre la Fornero era alla toilette per la consueta pausa-collagene. Eccolo. «Una così riuscirebbe a far crescere lo spread pure della Germania, regaliamola alla Merkel, assieme ai libri che ha scritto». « La Merkel non è mica Monti, mai ci cascherebbe». «Sfruttiamola piuttosto per la ricchezza che può produrre: sa lacrimare dalla rughe, esponiamola in una edicola sacra del centro storico e facciamola piangere ogni 16 novembre». «No, spaventerebbe i turisti». «Allora diamole la delega ad Halloween».


2 commenti:

  1. Post favoloso! Lacrima dalle rughe ha vinto! Peccato che l'Italia e gli italiani lacrimano e lacrimeranno proprio dagli occhi e queste lacrime sono vere!

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