mercoledì 28 marzo 2012

Hu Jintao a Monti: un affettuoso 'ni hao ma'. Con tanti mah...



Monti, novello Marco Polo, fa il giro d'Oriente per ri-accreditare l'Italia presso gli investitori dagli occhi a mandorla.
Ma mentre la sua missione in Giappone può avere una certa valenza, vista la passione del Paese del Sol Levante per il Bel Paese e per il suo Made in Italy, con la Cina il ragionamento è diverso. 
Il mancato rispetto delle leggi del mercato europeo, politiche economiche all'insegna del dumping e dello schiavismo, sono le 'regole' sistematiche attraverso cui la Cina ha occupato l'Italia distruggendone la qualità competitiva della nostra industria manifatturiera.  
Il Paese del Dragone ha letteralmente 'bruciato'  il distretto marchigiano delle aziende di calzaturificio e ha distrutto il distretto tessile di Prato. 
La comunità cinese  in Italia è quella che ha 'saccheggiato' il patrimonio artigianale pratese attraverso la creazione di marchi farlocchi, tessuti realizzati da schiavi cinesi costretti a lavorare in condizioni agghiaccianti.
I cinesi sono la popolazione straniera più alta e più economicamente aggressiva .
A Roma, l'Esquilino, la China Town capitolina,  è stato 'ribattezzato' E-qui- lin per la predominante presenza di cinesi che hanno occupato, con denaro contante di dubbia provenienza, tutti i locali storici gestiti dagli italiani.
I negozi orientali vendono, si fa per dire, abbigliamento e bigiotteria di pessima fattura.
E sono sempre misteriosamente deserti.
Eppure il numero di questi esercizi commerciali aumenta di giorno in giorno tanto da costringere il popolo giallo a 'esondare' in altri rioni, come Monti e  Trevi. Ultimamente hanno conquistato anche la zona attorno al Quirinale.
Solo in questo ultimo periodo la Guardia di Finanza sta indagando e ciò che scopre non è certo rassicurante:
si tratta infatti di attività realizzate per ripulire denaro 'giallosporco'.
L'Italia non ha bisogno di nuove invasioni, né di nuove mafie.
Ci bastano quelle che siamo costretti a subire.

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