mercoledì 30 maggio 2012

Camera dei Deputati: aria stralunata, onorevoli arrivati da Marte...



Hanno un'aria stralunata oggi i deputati in transito alla Camera. Tutti quelli incrociati in  buvette, in ascensore, sullo scalone principale, in Transatlantico, tutti sembrano fuoriusciti dalla cabina di una navetta partita in perlustrazione dell'iperspazio. 

Si apre l'ascensore: un onorevole, dritto davanti allo specchio, con le spalle rivolte contro le porte dell'ascensore  guardava fisso e immobile il suo riflesso. E così è rimasto tutto il tempo finché non è arrivato a destinazione. 
 Neppure Narciso si osservava con tale insistenza.
Un altro, scendendo lo scalone principale che dalle commissioni porta al piano terra, passando per il piano nobile presidenziale, strillava al cellullare: 
"Andrea Zonzi! Andrea Zonzi! Andrea Zonzi! Andrea Zonzi! Dove sei? Andrea Zonzi! Andea Zonzi!". La voce del deputato rituonava su tutto il piano, dove generalmente si sussurra...
Lo 'strillone' non aveva capito che le mura di Palazzo  isolano dalle frequenze.
Avremmo voluto dirgli: "On. non si sgoli, qui  non c'è campo...".
Ma poi si è rassegnato. La comunicazione s'interrompe.
O Zonzi ha attaccato o la linea è caduta.
Transatlantico: t'imbatti in un deputato berlusconiano:
Faccia distrutta, occhi incavati:
"Oh ma che c'hai...?".
"Sto pensando a come uscire da questo casino".
Subito pensi al terremoto. Anche lui. Ma si riferisce al terremoto che sta scassando il Pdl.
Buvette: s'incontrano due del Pd.
"Ma quanto sei dimagrito". "Ma quanto sei dimagrito tu".
"Io 16 chili". "Io pure".
"Non sembrava...ma c'erano tutti 'sti chili in più"...Risate.
Un altro onorevole, sempre in ascensore, viene rapito al quarto piano.
Esclama: "Ma dove sono finito?", scandalizzato dalla poca 
 istituzionalità del luogo.
Il bello poi è che arrivato al piano presidenziale, ripete trasognato:
"E qui...dove sono?".
Abbiamo evitato di spiegarglielo.
Nel frattempo però incrociamo l'on. Binetti che, ricevendo una delegazione straniera, cerca di comunicare in inglese, pur avvalendosi dell'interprete ufficiale della Camera.
Formalità: "Siamo molto felici di avervi qui in Parlamento", il l'interprete traduce.
Cerca di fare in autonomia: ma l'inglese che fuoriesce è poco comprensibile. Scambi di biglietti da visita.
Benedizione. Arrivederci e grazie.
E ora tutti al lavoro in Aula.
Con la testa su ancora Marte.  


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