martedì 7 febbraio 2012

Camera dei Deputati: i dipedenti protestano (silenziosamente) contro la riforma delle pensioni


I dipendenti della Camera dei Deputati sono sul piede di guerra contro la modifica del sistema pensionistico. Ma chi si aspetta sit-in, manifestazioni, proteste eclatanti resterà deluso. Qui alla Camera, i casini li fanno soltanto i politici. I dipendenti sussurrano, sospirano, mugugnano. Prudenti, si attengono alla regola del 'disobbedir-tacendo'. Qualcuno un po' più organizzato, scrive attraverso sigle sindacali volantini e rivendicazioni scritte in stile burocratese. Della serie: chi ha orecchie (e senno) per capire capisca. A mensa, è tutto un parlottare guardingo. Anche i muri hanno le orecchie..."Non andrai in pensione a 70 anni- rassicura una dipendente all'amica preoccupata- ma certo non avrai la pensione di prima". Anche le organizzazioni sindacali tradizionali, la cosiddetta triplice, stanno alzando la (sotto)voce...In uno dei corridoi del Palazzo, la rivendicazione sobriamente prende forma attaccando lo Spi (Sindacato Pensionati Italiani) colpevole di aver firmato il "recente e nefasto accordo sulle pensioni". La Cgil, Cisl, Uil e Suip "respingono tale approccio da 'Marchionne dei poveri' (sic!) e ribadiscono l'impegno a difendere gli interessi dei dipedenti, iscritti e non iscritti, in tutte le sedi a cominciare dai tavoli tecnici". Rivendicano il diritto a esprimere la contrarietà al contribuito di solidarietà". Ma esprimono rispetto verso la posizione dei firmatari che hanno accettato una misura peggiorativa rispetto alla già penalizzante riforma esterna. Insomma, un colpo al cerchio e uno alla botte. Democristianamente anche i sindacati si adeguano...Del resto stiamo alla Camera dei Deputati...

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